Rimini, 18 maggio 2011 - Ora e’ il dottor Imprudente. Ma ci sono voluti trent’anni per arrivare sin qui, al massimo riconoscimento dell’Universita’ di Bologna, alla laurea honoris causa per meriti e pubblicazioni consegnata per la prima volta dall’Universita’ di Bologna a una persona con grave disabilita’. Il corteo arriva lento, prima il senato accademico, poi i pro-rettori e i rappresentanti delle facolta’ dell’Alma Mater.  Infine il rettore Ivano Dionigi e il laureando. Il coro intona i primi canti, in attesa del “gaudeamus igitur” e della consegna della pergamena. Tutti in piedi. Si comincia. Cerimonia delle grandi occasioni a Rimini per la laurea honoris causa in “Formazione e cooperazione” a Claudio Imprudente, scrittore e giornalista disabile che oggi corona un impegno cominciato negli anni settanta per l’integrazione delle persone con handicap. Lui cita Vecchioni, “un filosofo contemporaneo” scherza, ringrazia il professor Andrea Canevaro che ha fortemente voluto questa laurea e che oggi siede in prima fila, commosso e sorridente, accanto al rettore e al preside della facolta’ Luigi Guerra, e comincia senza scomporsi troppo la sua “orazione dottorale”.

Parla un attimo a braccio indicando come al solito le lettere con lo sguardo su una tavoletta trasparente, poi tocca a Roberto, un collaboratore del Centro documentazione handicap di Bologna di cui Imprudente e’ presidente, leggere un testo carico di riferimenti pedagogici: “La parola scandalo deriva dal greco skandalon e etimologicamente significa trappola, inciampo; in senso figurato, molestia”, dice Imprudente, nato a Bologna nel 1960. “Vorrei che il conferimento di questa laurea funzionasse in questo senso- prosegue- ovvero come elemento generatore di molestia, fastidio, nei confronti, in primo luogo, di tutti gli educatori che non credono che ‘un vegetale’ sia in grado di modificare, far progredire i contesti nei quali si trova a vivere e operare; in secondo luogo, nei confronti di coloro che ricoprono incarichi politici e non prestano la dovuta attenzione alla realta’, all’attualita’ delle abilita’ diverse; e, infine, nei confronti di quei genitori che non riescono, per le ragioni piu’ varie e comprensibili, a creare quella complicita’, quella condivisione che puo’ garantire con piu’ certezza ed efficacia un’educazione non monca, e non troppo ‘speciale’, ai loro figli”. La gente applaude, ride. Annuisce ai riferimenti che Claudio lascia alla platea di docenti, studenti, amici: “Sono molto emozionato, quindi balbettero’... Sono uno scandalo e sono orgoglioso di esserlo”.

Andrea Canevaro nella sua laudatio parla di “orizzonte in comune, della necessita’ di darsi una visione piu’ ampia, che possa aiutare a capire meglio... Questa laurea non e’ un’opera buona, non e’ un gesto di ‘buonismo’
che tra l’altro sarebbe lontanissimo da tutto il profilo Claudio, ma e’ una cerimonia di incoraggiamento, e’ un invito ad andare avanti. E’ il momento di andare oltre quello che succede, e Claudio oggi ci aiuta in questo”.
Un mazzo di fiori per Ilaria, la fidanzata. E ancora applausi: “Questa laurea non e’ solo mia, ma di tutti i contesti che mi hanno sostenuto e di chi li ha prima costruiti e poi (con)vissuti con me”. Prima del saluto finale del
rettore dell’Universita’ di Bologna, Ivano Dionigi: “Mi sento piccolo e discente, oggi: quale lezione da trarre da questa cerimonia? Ecco, Claudio e’ uno che ha fatto, e la differenza oggi e’ tra chi fa e chi non fa.
Claudio Imprudente ha fatto cose che restano, cose che restano per gli altri. Per la scuola, per i ragazzi”. Congratulazioni, dottor Imprudente.