Rimini, 15 novembre 2011 - La leggenda di Giulio Lolli è ormai tale da alimentare se stessa. Non solo, raccontano, la sua storia potrebbe essersi incrociata con quella di Gheddafi che avrebbe pensato addirittura di fuggire utilizzando il suo yacht. Ma c’è anche chi giura di averlo avvistato al Cairo meno di un mese fa. Le ultime notizie dell’ex patron della Rimini Yacht che ha seminato truffe milionarie sovvertendo l’universo della nautica italiana e costringendo due procure, Rimini e Bologna, a corrergli dietro, lo davano in un carcere di Tripoli in attesa dell’estradizione. Ma in Libia, nel gran marasma del dopo rivoluzione, il nostro consolato è solo un guscio vuoto. Nessuno si è azzardato ad andare a vedere se il ‘pirata’ bolognese è ancora rinchiuso in una cella, anche se è l’unico italiano che manca all’appello. I nostri funzionari stanno rimettendo insieme i pezzi proprio in questi giorni, e il sostituto procuratore Davide Ercolani ha chiesto loro di cercarlo. Soprattutto dopo la segnalazione arrivata da un imprenditore riminese ai carabinieri della procura che sostiene di averlo incrociato in Egitto. Lui era al Cairo, e dice di averlo visto.

Forse si è sbagliato, e forse no. Lolli ci ha abituato da tempo ai colpi di scena, e chi lo conosce bene sa che è in grado di scomparire sotto gli occhi di tutti come Houdini, per ricomparire all’altro capo del mondo. Senza contare che nei suoi nove mesi di latitanza, i paesi arabi sono sempre stati per lui un porto sicuro. L’imprenditore in questione conosceva Lolli di vista, e ha avuto l’impressione che si trattasse proprio dell’ex presidente della Rimini Yacht. Aveva i capelli abbastanza lunghi e la barba incolta, ma è stata la sua andatura «da gobbo», come lui stesso l’ha definita, a farglielo riconoscere. Era in una delle tante piazza del Cairo, in mezzo a una marea di gente. L’ha seguito con lo sguardo per un po’, poi l’ha perso. Ha avuto la tentazione di chiamarlo, ma in mezzo a centinaia di persone non l’avrebbe sentito. Un attimo dopo, e lui era già scomparso.
Ma non è l’unica notizia che ha dell’incredibile.

C’è anche quella che riguarda il Bertram, lo yacht con cui Lolli, nel gennaio scorso, era sbarcato nel porto di Tripoli, in fuga dalla Tunisia. Ci era arrivato a bordo dell’imbarcazione che aveva ‘venduto’ al faccendiere Flavio Carboni (altra vittima, pare, di Lolli), a cui l’aveva però soffiato sotto il naso, quando aveva deciso di sparire dalla circolazione, lasciandosi dietro una gigantesca bufera. Gli inquirenti riminesi avevano seguito la scia dei soldi e dell’amico catanese che finanziava la sua latitanza, e Lolli era stato arrestato nel più lussuoso hotel di Tripoli, in compagnia di una sventola di escort. Il Bertram era stato sequestrato e lasciato ancorato al porto. Ma secondo le voci che arrivano dalla Libia, a qualcuno quella barca era tornata in mente, al punto che i lealisti del colonnello avevano incluso anche quella tra le varie strategie di fuga. Abbandonata subito, appena si erano resi conto che lo yacht, rimasto troppo tempo in disuso, non dava più segni di vita.
Quel che è certo è che gli inquirenti non hanno in mano granchè.

Come i grandi truffatori, Lolli ha sempre lasciato impronte solo sulla sabbia, e quando era stato arrestato a Tripoli nella hall di un albergo da mille e una notte, c’era stato anche chi era rimasto deluso dalla fine di una leggenda che già si cominciava a raccontare ai bordi delle darsene. Sicuramente di quella riminese, dove sono a decine di yacht fatti sequestrare dal magistrato. Se li litigano decine di compagnie di leasing, tutte pronte a sventolare un contratto di vendita che Lolli era stato capace di impiantare con solo delle fotocopie. Lolli la volpe. Un ‘comandante’ che se l’era squagliata un attimo prima che la baracca affondasse. A differenza dell’amico, Angelo Cardile, l’ex generale della Guardia di finanza che si è sparato un colpo in testa nella sua casa bolognese, il giorno in cui i colleghi sono andati a perquisirgli l’appartamento. Lolli il corsaro. Capace di comprarsi due ufficiali delle Fiamme Gialle, anche questi bolognesi, che annacquarono la verifica fiscale della sociatà, in cambio di orologi di marca, soldi e cene da favola. Lolli l’illusionista. Perchè, ancora una volta, potrebbe non essere dove credi che sia.