Rimini, 23 gennaio 2012 - SONO arrivati ieri mattina. Le insegnanti della scuola dell’infanzia di San Francesco, a Viserba a due passi dal mare, li hanno visti all’apertura delle porte. Mamme e papà da un giorno si danno il cambio per non perdere il posto nella fila.

Un rituale che purtroppo si ripropone da anni e questa volta ha visto allungarsi ancor più il periodo di attesa dei genitori. Sono costretti a starsene al freddo durante la notte, quando la temperatura scende sotto lo zero, sono disposti a subire tanto per offrire ai propri figli una possibilità. Anzi, un posto in classe. Alla scuola ripetono che non possono fare diversamente. Qui le graduatorie, essendo una scuola privata gestita dalle suore francescane di Sant’Onofrio, non ci sono.

Chi prima arriva può segnare il proprio figlio. Ed essendo limitati i posti a disposizione, come accade da anni a questa parte i genitori passano intere giornate al freddo. Ieri pomeriggio erano già una ventina quelli in fila. I posti utili sono appena ventisette. E quest’anno va anche meglio perché dodici mesi fa potevano entrare meno di venti bimbi. Ciò nonostante l’attesa si è allungata.

Le mamme aspettano sedute, composte sulle sedie che hanno portato con sé. Si sta in strada, tra gli alberi del viale che offrono un minimo di riparo. Si parla, si inganna la lunga attesa. «Siamo padri e madri soli con le nostre frustrazioni e la fila davanti alla scuola San Francesco ne è una prova» dice Pamela Pettinari che le file alla San Francesco le conosce bene. «Come tanti altri genitori nel gennaio 2009 mi presentai, nel gelo della notte, all’una per iscrivere mia figlia. Già all’epoca mi sembrava assurdo compiere un percorso così ‘doloroso’ ma lo accettai perché il mio sacrificio sarebbe andato a favore della mia bambina che, in questi anni, è stata amata dalle insegnanti della scuola che lavorano, sempre, con grande competenza».

Lo scorso anno i genitori rimasero in fila per 22 ore. Quest’anno il triste primato sarà superato. Infatti, le iscrizioni apriranno solo questo pomeriggio dopo un’attesa durata oltre un giorno. «Mamme e papà coraggiosi stanno combattendo contro una istituzione che, sempre di più, mette noi genitori in queste condizioni. Mancano le scuole e i servizi, ma perché il sindaco non si attiva?».