Rimini, 21 febbraio 2012 - VENDUTO, o meglio svenduto. Da ieri il Credito industriale sammarinese non è più una proprietà di Banca Carim. Il Cis finisce nelle mani di Banca Partner, istituto di credito del Titano in forte ascesa, che ora con l’acquisizione del Credito punta a erigere un piccolo impero bancario. Le trattative per la cessione dell’istituto di credito del Titano, che ha pesato tantissimo nel commissariamento di Carim, erano iniziate già da mesi. In corsa non c’erano solo la Partner, ma anche la Banca di San Marino e altri istituti di credito. Ecco perché gli stessi commissari di Bankitalia, Piernicola Carollo e Riccardo Sora, alla fine del mese di dicembre avevano parlato di forti «manifestazioni d’interesse per l’acquisto della banca».

NESSUNO però, nemmeno alla Fondazione Carim, avrebbe mai immaginato che la vendita sarebbe avvenuta in tempi così brevi. Ieri pomeriggio Carollo e Sora, al termine di una febbrile giornata in cui si sono rincorse voci d’ogni genere sull’operazione, hanno firmato il contratto per la vendita del Cis alla banca d’affari sammarinese. La cifra, per ora, resta top secret. Ma negli ambienti vicini alle due banche si parla di una somma di poco inferiore al patrimonio netto del Cis, stimato un anno dai commissari di Bankitalia intorno ai 49 milioni di euro.

Pare che il Cis sia finito nelle mani di Banca Partnere per una quarantina di milioni, ma queste per ora sono solo indiscrezioni. Insomma, una cifra di gran lunga inferiore a quanto la Carim pagò (a caro prezzo) l’acquisizione del Cis, nel 2005. Allora la banca riminese dovette sborsare, spinta anche da Bankitalia, una cifra pari a 116 milioni. Oggi il Cis vale praticamente un terzo di allora... Un affare, decisamente, per Banca Partner, anche se per concludere l’operazione si attende ora l’autorizzazione ufficiale della Banca Centrale di San Marino. Si tratta di una pura formalità, perché dall’organo di vilanza sammarinese hanno già impartito la ‘benedizione’, in questi giorni, all’operazione.

di Manuel Spadazzi