Rimini, 22 febbraio 2012 - Tra i corpi individuati sul ponte 4 della Costa Concordia c’è anche quello di Dayana Arlotti, 5 anni, di Rimini. Lo riferiscono fonti vicine ai soccorritori. Le ricerche all’interno del ponte 4 erano iniziate in seguito ad uno screening fatto nei giorni scorsi attraverso le testimonianze dei sopravvissuti che avevano indicato i punti dove si sarebbero potuti trovare l’ultima volta che erano stati visti alcuni dei dispersi.

Al Tgr Rai l’avvocato Davide Veschi, che assiste la mamma di Dayana, Susy Albertini, ha annunciato l'immediata partenza della donna per i l Giglio: ’Ho gia’ sentito la mamma di Dayana e ci siamo limitati ad organizzare frettolosamente la partenza per l’isola del Giglio o per Grosseto. Andiamo immediatamente’’. ‘’Al telefono - ha aggiunto - ci siamo detti soltanto ‘Partiamo’, perche’ c’e’ stato questo ritrovamento. Di altro non abbiamo parlato, e’ stata una telefonata velocissima’’. Un’altra legale della famiglia della piccola Dayana, Heidi Spano, ha affermato che la mamma, Susy Albertini, non effettuera’ il riconoscimento della figlioletta, probabilmente per evitare emozioni troppo forti (‘’non se la sente’’, e’ stato detto), mentre sara’ eseguito il test del Dna.  ‘’La notizia ha gelato il sangue alla madre - hanno detto i legali - e nemmeno il compagno della mamma vorra’ vedere il corpo della piccola Dayana’’.

Era la piu' piccola dei dispersi ed era in crociera sulla Costa Concordia con il papa' Williams Arlotti e la compagna di quest'ultimo, Michela Maroncelli. Si chiamava Dayana Arlotti e aveva 5 anni. Il suo corpo e' stato ritrovato oggi, dai sommozzatori che hanno scandagliato il ponte 4.

Dopo 40 giorni nel buio della pancia della nave, ora la piccola potra' avere una sepoltura. Quello che chiedevano i parenti della bimba riminese, ma soprattutto la mamma Susy Albertini, che ha sperato a lungo in un miracolo, ma poi ha capito che le possibilita' di trovare sua figlia viva erano praticamente nulle.

"La tomba di Dayana non puo" essere il mare. Se non ci sono piu' speranze di trovarla viva, almeno voglio una tomba su cui portare dei fiori", aveva detto pochi giorni fa la donna che piu' volte dal 13 gennaio, giorno del
naufragio, e' stata al Giglio sul luogo della tragedia. Per Dayana la crociera, la prima della sua vita, doveva essere una bella avventura.

La vacanza attesa da tempo, fino a quando il padre non ha trovato un'offerta sul web. La crociera era stata prenotata dalla cugina di lui, Sabrina Ottaviani, agente di viaggi che ha seguito le ricerche, da Rimini, alternando momenti di speranza e di rassegnazione.

L'ultima persona a vedere Dayana viva insieme al padre e' stata Michela Maroncelli che e' riuscita a salvarsi salendo su di una scialuppa. Da subito la donna ha raccontato di aver visto Williams e la figlia scivolare verso
l'acqua, sul ponte 4 ormai molto inclinato.

Altri testimoni hanno incontrato l'uomo, 37 anni, che nel caos del naufragio cercava di recuperare le sue medicine. Arlotti, infatti, era stato operato per una grave forma di diabete. Per lui i farmaci erano praticamente vitali.
Altri ancora che erano a bordo della nave hanno segnalato la presenza di una bimba con un  cappotto da uomo addosso. La nonna, durante i primi giorni di ricerca, ha creduto di vederla in tv durante una trasmissione sui supersiti ricoverati in ospedale.

A incrociare la bambina e il padre sui ponti della nave che stava affondando e' stato anche un animatore per bambini che lavorava a bordo e che, prima di salvare un gruppetto di piccoli passeggeri, aveva accolto anche i due
riminesi nel miniclub
. Un momento di svago prima che scattasse l'allarme per l'abbandono nave e l'incubo del rapido affondamento.

Svariate, dunque, le segnalazioni che per 40 lunghi giorni hanno alimentato, invano, le speranze della madre di Dayana e dei famigliari, fino a quando l'attesa si e' trasformata nel solo desiderio di riavere almeno una salma su
cui portare un fiore. La sera del naufragio, la piccola aveva indosso un abitino da sera che la madre le aveva messo in valigia per i gala' a bordo. Lo stesso con cui ha giaciuto al buio nella carcassa della Concordia, prima del
ritrovamento di oggi.