Rimini, 27 dicembre 2012 - ERA IL ‘CANTO’ che guidava i riminesi nei giorni di nebbia. Lì, lungo la ‘palata’, dove inizia e praticamente finisce il capolavoro di Fellini, Amarcord. Dove i riminesi vanno a passeggio in qualsiasi stagione e a qualsiasi ora. La palata è la palata, ma ora, senza il suono della sirena, non sembra più la stessa. Se ne sono accorti in tanti, in questi giorni in cui la città si è ritrovata ammantata da una fitta foschia. C’è la nebbia, eppure «il faro non suona più...». Che fine ha fatto la sirena? «Non l’avranno mica rubata?». «Sarà mica rotta?».
 

NIENTE di tutto questo. La Capitaneria di porto di Rimini ha deciso semplicemente di disattivare la sirena (posizionata nell’ultimo tratto del portocanale, vicino al Rockisland, e non sul faro come molti pensano), perché non serve più. «Le norme internazionali non considerano più necessario e pertanto obbligatorio questo strumento, con i moderni sistemi di navigazione montati sulle barche — spiegano dalla Guardia costiera — Per questo motivo si è deciso, nell’estate scorsa, di disattivare del tutto la sirena. Anche perché la manuntenzione e il funzionamento dell’impianto avevano dei costi fissi».
 

MA DAVVERO non si poteva salvare la sirena, uno dei simboli della palata e dunque dell’immaginario riminese? In realtà ci ha provato, la Capitaneria. «Premesso che le sirene stanno sparendo da molti porti italiani, non essendo più indispensabili — sottolinea dalla Capitaneria di porto riminese Enzo Colaci, ovvero il ‘guardiano del faro’ — abbiamo comunque proposto a varie associazioni ed enti del territorio riminese se volevano accollarsi i costi della sirena, per continuare così a garantire il suo funzionamento. Non abbiamo mai avuto risposta, a quel punto abbiamo deciso di disattivarla». Eppure altrove la sirena è stata salvata. A Cesenatico c’è ancora, così come a Porto Garibaldi, dove il Comune di Comacchio si è fatto carico dei costi per mantenerla. Così non è stato a Rimini, dove nessuno ha risposto all’appello della Capitaneria. Ecco perché la sirena non suona più, e a breve sparirà anche il palo che la sosteneva. E tanti saluti a quel romantico, inconfondibile inno nelle giornate di nebbia.
 

Manuel Spadazzi