Rimini, 31 gennaio 2013 - A UN ANNO dal nevone nessuno ha dimenticato. I capannoni crollati, le gante con le lacrime agli occhi. La maxi bufera iniziò il primo febbraio e durò dodici giorni. Un lungo incubo. La neve raggiunse i quattro metri d’altezza, stalle e aziende crollavano come castelli di carta, centinaia di residenti venivano sfollati in alberghi, palestre e scuole.

Percorrendo quei borghi, oggi, sembra un mondo diverso. Ma i disagi non si sono sciolti come la neve al sole. I danni alle imprese ammontano a centinaia di milioni di euro. C’è chi si è dovuto indebitare pur di ripartire. E chi ha fatto investimenti oggi mette in cassa integrazione i dipendenti, perchè non riesce a vedere un futuro. «Il tetto del capannone della Poligraf _ dice Guido Amantini, proprietario della struttura a Campiano di Talamello _ è crollato sotto 60 centimetri di neve. Ancora oggi tutto è lì, immobile. Stiamo aspettando il perito dal Tribunale per la stima dei danni. Si aggirano sui 3,5 milioni di euro. Nessuno ci dice cosa dobbiamo fare. Stato e Regione si sono mossi solo per l’emergenza, agli imprenditori non è arrivato un centesimo. Gli agricoltori sono ancora in attesa dei fondi promessi».

A Perticara, Pietro Grazia aveva un’allevamento di bestiame con 120 capi. In una notte la sua vita è cambiata. «E’ ceduta la copertura della stalla _ racconta _ sono morti venti animali. Con i risparmi di una vita, oggi devo pagare a rate i lavori alla struttura. O mi muovevo da solo o chiudevo. La speranza è di ottenere i fondi regionali. Ma se la mia domanda sarà accolta riuscirò al massimo a recuperare 50mila euro». E nemmeno la Provvidenza riesce ad aiutare la parrocchia di Sant’Agata. Anche qui i tetti della canonica e della chiesa Collegiata, datata XI secolo, erano crollati sotto il peso della coltre bianca. «Solo grazie ai fondi raccolti dalla comunità _ dice don Eugen Avarvarei _ siamo riusciti a tamponare i danni con una struttura provvisoria. Entro il mese prossimo consegneremo alla Sovrintendenza di Ravenna il progetto di restauro. Di stanziamenti nazionali però non se ne parla». I ricordi del nevone per il presidente della Provincia, Stefano Vitali, sono ancora vivi: «A un anno di distanza c’è un grande rammarico: il governo ha disatteso ogni promessa fatta. I danni strutturali alle imprese non sono stati considerati alla pari di quelli del sisma. E’ una vergogna non essere riusciti a mettere in campo una giusta proposta politica». Dopo il nevone tutto è cambiato. Anche l’animo degli imprenditori della Valmarecchia che si sono uniti in un comitato. «Faremo un esposto contro la Protezione Civile _ afferma il portavoce del gruppo, Amantini _ perchè non ha fatto la richiesta corretta all’Unione Europea: ha trattato solo l’emergenza e non i danni a lungo termine».

Rita Celli