Rimini, 5 settembre 2013 - Filippo Crociati è tornato a casa. A distanza di quasi tre mesi da quel terribile incidente nel quale perse una gamba, il capitano dei Pirati ha lasciato l’ospedale e ha fatto finalmente ritorno nella sua abitazione.

Era la mattina dello scorso 12 giugno quando il 38enne riminese venne sbalzato dalla sua moto: appena tre giorni prima aveva sollevato al cielo il trofeo per la vittoria in coppa a Barcellona, in un attimo la sua vita era cambiata. "Mi sento un po’ spaesato, sono qui da appena due ore... – ci ha raccontato nel pomeriggio di ieri –. E poi mi trovo in altre condizioni, mi muovo con le stampelle, devo abituarmi a tutto il resto", aggiunge ‘Pippo’, che nella sua lunga degenza ospedaliera è stato circondato da tantissimo affetto, così come non sono mancate le manifestazioni di solidarietà un po’ su tutti i campi di baseball d’Italia, con striscioni e quant’altro. "Mi ha fatto piacere, non mi sarei aspettato così tanto calore, anche dagli avversari. Vuol dire che in questi anni qualcosa ho combinato".

Ma cosa ricorda, di quella tragica mattina?

"Tutto, anche perchè non ho mai perso i sensi. Nel momento che sono atterrato a terra, complice l’adrenalina, ero cosciente. Sapevo che mi ero rotto qualcosa, però non mi sono reso conto che stavo per morire. Sono stato anche fortunato, il fisico mi ha senz’altro aiutato: sono arrivato all’ospedale con appena un litro di sangue in corpo...".

 

Gli amici le sono stati sempre vicini, in questa drammatica vicenda.

"Ho avuto un sacco di visite, è stata una cosa impressionante, gli infermieri erano disperati. Molti hanno avuto anche la sensibilità di capire quando magari non avevo troppa voglia di parlare. Il peggio l’ho vissuto in rianimazione, ero sempre in sala operatoria, avrò fatto una decina di interventi".

Quando ha visto un po’ di luce?

"Mah, io sono un tipo abbastanza tosto, non mollo facilmente. In ogni caso le cose sono migliorate quando sono passato dalla rianimazione a ortopedia. In entrambi i reparti, comunque, ho ricevuto un trattamento eccezionale".

La sua squadra, intanto, è sul punto di qualificarsi per la finale scudetto e domani ospiterà Nettuno: pensa di fare già capolino allo stadio?
"Ne parlavo proprio adesso con un amico. Vedo, non mi sento di escluderlo, anche se non è facile... Semmai arrivo un po’ prima dell’inizio della partita e sto di sotto, vicino al presidente Zangheri, così mi faccio quattro risate".

Sta valutando l’eventualità di ricorrere a una protesi?
"E’ possibile, cercherò di prendere quella strada. A livello tecnologico sono stati fatti notevoli passi in avanti, mi auguro di poter tornare in piedi. Prima, però, devo affrontare tutta la fase riabilitativa, andrò ancora in ospedale e a casa cercherò di darmi da fare da solo per riprendere tono muscolare".

Alberto Crescentini