Rimini, 22 aprile 2014 - HANNO buttato le ostie in terra in chiesa tra gli sguardi increduli dei fedeli. E’ successo sabato sera durante la veglia di Pasqua nella piccola chiesa di San Pietro Apostolo di Falciano. La messa, alla quale hanno partecipato una cinquantina di parrocchiani, volge al termine. E’ quasi mezzanotte e al momento della Comunione don Gheorghe Eva si accorge che c’è qualcosa che non va. Si guarda attorno per qualche istante e vede che tre uomini avevano preso l’ostia in mano, ma non l’avevano messa in bocca.
«Proprio così – racconta –. Questo non deve accadere e noi dobbiamo controllare. Ho fatto cenno ai parrocchiani di verificare quanto accaduto. Una volta arrivati in fondo alla chiesa, uno di questi tre uomini ha addirittura buttato a terra un’ostia».

Episodi che creano non pochi sospetti e preoccupazione quando accadono e che non sono poco frequenti. «Ecco perché ci vuole attenzione. Alcuni parrocchiani si sono preoccupati immediatamente di raccogliere l’ostia e di accompagnare fuori queste persone per poi chiamare la Gendarmeria. E sono state le forze dell’ordine a identificarli dicendo loro che una cosa del genere non deve più capitare. Sono stranieri, penso romeni, e da quel che mi risulta, sono a San Marino per lavoro. Non li avevo mai visti in chiesa».
Il pericolo èanche quello che le ostie possano essere rivendute a coloro che praticano le messe nere. «Non penso sia questo il caso – dice don Gheorghe, il parroco 46enne che è a San Marino da quattro anni – perché mi hanno riferito che questi uomini, quattro o cinque in tutto e piuttosto giovani, erano probabilmente ubriachi. Evidentemente non erano lucidi. Ma a noi spettaad ogni modo il compito di controllare quando accadono episodi di questo tipo. Non si può assolutamente lasciare correre». Non è la prima volta che don Gheorghe è costretto a constatare episodi del genere.

«L’ostia, anche se presa nella mano, va messa subito in bocca. Questa è una delle prime cose che insegno ai bambini al catechismo. Sono a San Marino da parecchi anni e un episodio del genere non mi era mai capitato. Cosa che invece mi era personalmente successa quando ero alla Basilica di San Francesco ad Assisi. Lì passa tantissima gente e di ogni nazionalità. In quell’occasione ero stato io stesso a fermare la signora americana che aveva messo l’ostia in tasca dicendole che non si poteva fare. Ecco perché ci faccio molta attenzione, anche se quando in chiesa c’è parecchia gente diventa più difficile controllare che tutti i fedeli portino subito la mano alla bocca».

Donatella Filippi