Rimini, 5 maggio 2014- Ha ucciso il taxista perchè odiava i gay. La sentenza, emessa dal giudice Sonia Pasini, che ha condannato Marco Zinnanti a 30 anni di carcere, con rito abbreviato, per l'omicidio (commesso con l'aggravante dei futili motivi) del taxista Leonardo Bernabini, parla chiaro e tratteggia il carattere violento del giovane assassino.

«Ad una simile personalità, violenta, pericolosa con evidenti simpatie per la simbologia nazista, era connaturata una certa ideologica avversione verso chi avesse tendenze omosessuali».

Il killer riminese, secondo la sentenza depositata il 28 aprile scorso, agì spinto da tendenze omofobe quel 2 settembre del 2012 quando a Covignano ammazzò, in un'autentica esecuzione, Leonardo Bernabini. Il giudice parla anche dell'episodio precedente quando, sempre Zinnanti, tentò di uccidere un altro uomo alla Cava, reo anch'esso, di avergli fatto un'avance di natura sessuale. In un interrogatorio il killer aveva ammesso la sua difficoltà a rapportarsi con i gay, «affermando di non stimarli e di provare fastidio».