"Abbiamo spento le luci, così taglieremo altri costi"

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"Mario Draghi non deve preoccuparsi: le attività commerciali sono in ginocchio da due anni, e già ora tante non accendono le luci delle vetrine e di alcune aree interne. Ridurre l’uso dell’aria condizionata sarà una passeggiata". Alla battuta del premier(’guerra o condizionatore acceso?’) replica con una battuta il presidente provinciale Federmoda, Giammaria Zanzini. "Più seriamente – aggiunge – se davvero rinunciare ai condizionatori facesse finire la guerra, saremmo pronti a farlo. Purtoppo non è così. E soprattutto per i negozi di abbigliamento, quando un cliente entra in piena estate con la calura, e chiede di provare dei capi, non potergli garantire il fresco vorrebbe dire rischiare seriamente di perderlo. E noi non abbiamo dehors, spazi esterni arieggiati dove mostrare o far provare la nostra merce". "Abbiamo perso – continua –, nei primi tre mesi di quest’anno, un ulteriore 16% di consumi nel nostro settore".

Il giro di vite previsto dal governo riguarda anche centri commerciali e supermercati. "Le nostre caldaie sono spenti da diversi giorni – attacca Massimo Bobbo, direttore Le Befane –. L’attenzione agli sprechi energetici è un delle nostre priorità, tenendo conto che non possiamo lasciare la gente... al buio. Sull’aria condizionata rispetteremo ovviamente le nuove disposizioni del governo, modulandola a secondo della temperatura esterna. Sappiamo che per tante persone in occasione di certi picchi di calura estiva il centro commerciale rappresenta un’oasi di fresco, e continuerà ad esserlo".

"Nei supermercati la frescura è garantita dai reparti con frigoriferi, che sono sempre aperti – dice Stefano Zannoni, direttore Euromarket, che associa quattro Conad a Rimini –. Sul risparmio energetico siamo in linea da tempo, tra luci led e fotovoltaico".