Rimini, aborto su una 13enne, due medici a giudizio

L’interruzione di gravidanza sarebbe stata praticata in una struttura privata della provincia di Forlì-Cesena. La ragazzina era incinta del padre 39enne che poi l’avrebbe costretta ad abortire

Medici

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Rimini, 25 maggio 2017 – Un aborto ‘proibito’ su una minorenne. Due medici, un ginecologo riminese ed un suo collega sono a processo al tribunale di Forlì perchè, stando alle accuse raccolte, avrebbero praticato un’interruzione di gravidanza su una minorenne, allora tredicenne, senza l’autorizzazione della madre.

A spingerli sarebbe stato, infatti, il padre della giovanissima, che, da quanto è poi emerso nelle indagini, era anche il bruto che l’aveva violentata e messa incinta. Una storia di degrado che nasce e ruota tutta nel Riminese. Era stato proprio il papà della ragazzina a correre al consultorio. A lui interessava soltanto che la figlia di tredici anni non portasse avanti quella gravidanza indesiderata. Nient’altro. Non gli importava di sapere chi avesse abusato della sua bambina. Si era rivolto agli operatori di un consultorio insieme alla ragazzina per fissare un appuntamento per l’aborto. Ma ad accompagnarli non c’era la madre. Un fatto molto insolito in casi del genere.

E per effettuare un’interruzione volontaria su una minorenne, come prevede la legge 104 del 1978, occorre l’autorizzazione di entrambi i genitori. Il comportamento dell’uomo, ansioso di porre fine a qualle gravidanza, aveva subito insospettito il personale sanitario che aveva allertato le forze dell’ordine. Così il padre, uno straniero di 39 anni, ma da tempo residente nella nostra provincia, quando si era visto rifiutare la richiesta di aborto, aveva deciso di accelerare i tempi rivolgendosi ad una struttura privata della provincia di Forlì-Cesena. Lì, almeno stando alla documentazione che lo stesso padre aveva prodotto, l’aborto sarebbe stato praticato. E qualche giorno dopo, con il certificato di avvenuta interruzione della gravidanza, si era recato al consultorio dove la tredicenne però è stata sottoposta ad un’ecografia.

L’esame aveva evidenziato che la ragazzina era ancora incinta. Con l’autorizzazione della madre, poi la tredicenne era stata fatta abortire. Dall’esame del Dna sul feto era emersa la drammatica verità: il violentatore era proprio il padre. Scappato all’estero, l’uomo era stato poi arrestato dalla Polizia e un anno fa condannato a sei anni per lo stupro. Adesso, per quell’aborto, frutto di un incesto, alla sbarra sono finiti i due medici della clinica del Forlivese.