Rimini, 16 settembre 2024 – Un calvario durato quasi dieci anni. Cominciato nel 2015, quando lei, una ragazza all’epoca dei fatti minorenne, fu costretta a subire abusi sessuali dallo zio ‘orco’. Ora però la vittima – che oggi ha 19 anni e vive con la famiglia nel Riminese – è pronta a voltare a pagina. A lasciarsi alle spalle quella brutta storia, dopo la condanna del tribunale di Forlì, che ha riconosciuto come colpevole il suo violentatore, infiggendogli una pena di cinque anni e sei mesi.
Un nuovo inizio, stavolta con addosso la divisa blu della polizia. "Mia figlia – dice la madre della giovane – è forte e ha reagito con coraggio. Dopo quello che ha dovuto affrontare, ha deciso di fare il concorso per entrare in polizia e aiutare gli altri. Proprio come la polizia ha aiutato lei: gli agenti sono stati straordinari, professionalmente e umanamente".
"È una bella notizia, pur nel contesto di una vicenda drammatica – commenta Olimpia Abbate, questore di Rimini –. Mi farebbe davvero molto piacere poter incontrare questa giovane. Da tempo i nostri operatori partecipano a corsi di formazione per sviluppare un approccio corretto nella gestione di reati estremamente delicati, come quelli che coinvolgono minori. C’è un’attenzione crescente per l’aspetto umano e la componente psicologica. È un lavoro sinergico, svolto insieme alla Procura e alle istituzioni del territorio".
Era stata la squadra mobile della polizia di Rimini a fare luce sulle violenze sessuali subite dalla ragazza, quando aveva solo 10 anni. I fatti risalgono all’ottobre 2015, ma la denuncia e le indagini sono scattate nel 2021, dopo che la giovane ha avuto una gravissima crisi a causa del trauma provocato dagli abusi. Martedì, il tribunale di Forlì ha condannato per violenza sessuale aggravata lo zio della giovane, un artigiano 59enne, a 5 anni e 6 mesi.
Inoltre, l’uomo dovrà versare 20mila euro di risarcimento alla nipote e 12mila euro ai suoi genitori, tutti assistiti dall’avvocato Mara Calboli. Almeno due gli episodi, entrambi nell’ottobre 2015, in cui l’uomo avrebbe abusato della nipote, che vive con la famiglia nel Riminese.
All’epoca aveva solo 10 anni e frequentava abitualmente la casa degli zii, fermandosi di tanto in tanto a dormire da loro. Il primo abuso avviene una sera, mentre guardano insieme la tv: lui la bacia sul collo e la palpeggia. Il giorno dopo lei si confida con la nonna, che sminuisce l’episodio riconducendo tutto a gesti di affetto dello zio. Il weekend dopo la nipote torna a casa degli zii, e succede di nuovo. Mentre guardano un film lui prima la bacia sulla bocca, poi la palpeggia ancora. Il giorno dopo, salutandola, le dice: "Ti aspetto tra una settimana con le calze della mamma. Ma non dire nulla: è un segreto tra noi".
Lei è sconvolta. Capisce, nonostante l’età, la gravità di quello che ha subito. Ne parla ai genitori, che chiedono spiegazioni allo zio. Lui nega, ma la ragazzina conferma la sua versione. La famiglia rompe i rapporti con lo zio ma non sporge denuncia. Nel febbraio 2021, a 16 anni, la ragazzina si chiude in camera e non risponde più a nessuno per ore. Mamma e papà, temendo il peggio, chiamano il 118. I sanitari capiscono subito che qualcosa non va: la ragazza ha un peso di cui liberarsi. È affidata a un neuropsichiatra, a cui racconta tutto. La ragazza è presa in cura dagli psicologi. Nell’aprile 2021 lo zio viene denunciato e la Procura di Forlì apre un’inchiesta.