Accoltellamento a Rimini 11 settembre, Lamorgese: "Il terrorismo non c'entra"

Il ministro degli Interni partecipa a un vertice sulla sicurezza convocato dopo i gravi fatti di sabato, con 5 feriti, fra cui un bimbo di 6 anni. "Poteva capitare ovunque". L'aggressore visitato da uno psichiatra

Il ministro Lamorgese in prefettura a Rimini coi rappresentanti delle istituzioni

Il ministro Lamorgese in prefettura a Rimini coi rappresentanti delle istituzioni

Rimini, 13 settembre 2021 - La richiesta del biglietto di viaggio è bastato a far scattare la follia violenta nel 26enne somalo sul bus 11, diretto da Riccione a Rimini. Una furia apparentemente inspiegabile, ma non legata al terrorismo, come afferma questa mattina la ministra degli interni Luciana Lamorgese, giunta Rimini dopo il grave accoltellamento  di sabato, "per dimostrare la vicinanza delle istituzioni e del ministro". Ma il timore c'era: il raid era avvenuto l'11 settembre e sulla linea numero 11.

Accoltellamento a Rimini, sul bus con sei lame: "Ha colpito a caso"

"Fino al 9 settembre era in quarantena presso la Croce rossa italiana di Riccione "e il 10 settembre ha fatto il tampone risultato "negativo". Quindi era libero di muoversi, "primo perché negativo al tampone dopo il periodo di quarantena, secondo perché ha richiesto asilo internazionale", ha spiegato il questore di Rimini Francesco De Cicco. Che ha aggiunto: nel momento in cui aveva fatto il tampone "ha avuto un comportamento definito dalla Croce rossa violento e aggressivo".

Il ministro Luciana Lamorgese con i cronisti (foto Ansa)
Il ministro Luciana Lamorgese con i cronisti (foto Ansa)

I fatti di sabato a Rimini

All’altezza della fermata 34, due donne addette al controllo lo avvicinano e gli chiedono il biglietto: lui estrae un coltello e le ferisce, davanti agli occhi degli altri passeggeri. In strada accoltella altre due donne e un bambino di 6 anni, apparso gravissimo in un primo momento. Invece fortunatamente le sue condizioni sono in costante miglioramento. E' ricoverato all'ospedale Infermi di Rimini. Le vittime dell'aggressione "non sono più in pericolo di vita", come ha specificato la ministra. E' subito scattata la caccia all’uomo, e la Polizia, dopo aver bloccato il Metromare, una sorta di trenino urbano, che aveva usato l’aggressore per fuggire, sono riusciti a rintracciarlo e a fermarlo nella zona di Rimini Terme. Il 26enne viene arrestato.

Il papà del bimbo ferito ha spedito un video al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, in cui "cammina, ride, sorride. Andrò a trovarlo e spero possa andare presto alla scuola dove è iscritto", dice il primo cittadino.

Il momento della cattura del somalo a Rimini, sabato sera
Il momento della cattura del somalo a Rimini, sabato sera

Lamorgese in prefettura

La ministra Luciana Lamorgese ha partecipato in prefettura al comitato provinciale sull'ordine e la sicurezza pubblica, dopo gli accoltellamenti di sabato. "E' con me il capo della polizia: abbiamo fatto un punto di situazione con il sindaco, con il quale ci siamo sentiti anche ieri sera per manifestare la nostra vicinanza a questo territorio che si è visto davvero offeso da un gravissimo episodio criminale".

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Esclusa la pista terroristica

"Abbiamo escluso la pista terroristica. Su questo abbiamo certezza", ha dichiarato Lamorgese. "Mentre avveniva questo episodio e noi lo seguivamo da Roma, le polizie europee erano in collegamento tra di loro per avere certezza di questo dato, di quest'elemento importante", ha spiegato.

Ha rivolto "un ringraziamento particolare a tutte le forze di polizia per come hanno lavorato sul territorio, anche in questo tristissimo, terribile e violento episodio di sabato, per come hanno saputo immediatamente dare riscontro, recuperando il somalo e assicurandolo alla giustizia. Di questo voglio dare atto". 

"È stato un episodio che certamente non doveva capitare, ma che poteva capitare in qualunque parte d'Italia o d'Europa. Era una persona evidentemente disturbata, su questo si stanno facendo tutti gli accertamenti del caso dal punto di vista psichiatrico".

Chi è l'accoltellatore

Somane Duula, il 26enne somalo che sabato a Rimini ha ferito a coltellate cinque persone ed è stato fermato, "era in giro in Europa da vari anni, dal 2015. È andato in Svezia, Danimarca, Austria, Germania, Svizzera, ove regolarmente ha proposto la domanda di protezione internazionale", come ha spiegato la ministra. 

Il motivo per cui non sia mai stata concessa va verificato, spiega il questore De Cicco, "per vedere se sono state le autorità straniere a non concederla o lui che ha desistito".

Il 26enne era in possesso di cinque coltelli, di cui tre da cucina rinvenuti sul bus, e una forbice. Ha dato il consenso agli accertamenti tossicologici ed è stato sottoposto anche a una visita psichiatrica. Lo straniero che più volte ha dichiarato "un vissuto persecutorio".

"Gli accertamenti allo stato per quel che riguarda l'urina sono negativi - dichiara il procuratore di Rimini Elisabetta Melotti, - Aspettiamo gli accertamenti sul campione di sangue". 

Non risultano altre denunce o pendenze penali a suo carico, se non la segnalazione per comportamento aggressivo al momento del tampone lo scorso 10 settembre dopo la quarantena.

Il movente dell'aggressione

Quanto al movente che ha spinto il 26enne ad accoltellare cinque persone a Rimini in un raptus di follia dopo il controllo del titolo di viaggio su un bus, il procuratore capo Melotti dichiara: "Ritengo che allo stato sia opportuno evitare qualsiasi valutazione, o anticipare qualsiasi giudizio, gli accertamenti sono in corso".  "Domani ci sarà l'udienza di convalida - ha sottolineato - è quindi opportuno aspettare cosa dichiarerà e la valutazione del giudice. Allo stato non è possibile avere un'idea sul movente. L'azione - ricostruisce Melotti - è stata posta in essere dopo la contestazione di una violazione amministrativa per essere privo di biglietto e nella fuga successiva vi sono state le azioni violente poste in essere nei confronti di una serie di persone" per le quali, ha aggiunto, "si deve approfondire quella che è la modalità" in cui sono state colpite ovvero "se le persone erano di intralcio, erano vicine al tragitto. Allo stato non abbiamo elementi per poter ritenere una qualsiasi scelta", afferma il procuratore, motivi che hanno portato alla contestazione dei motivi futili e abietti.

"Allo stato - conclude - non si può dare un'indicazione su una possibile premeditazione, considerando anche la modalità della condotta".

Sicurezza a Rimini: meno rinforzi a causa del Coronavirus

"È vero che c'è stato qualche rinforzo in meno degli altri anni - ha ammesso Lamorgese facendo riferimento a questa estate - ma Rimini ha avuto i rinforzi maggiori rispetto a tutte le altre sedi sul territorio". Questo perché, spiega la ministra, «"a popolazione di Rimini durante l'estate vede un incremento davvero elevatissimo e quindi noi ci siamo rapportati a quel dato".

Perché allora questa estate si sono viste meno divise? "Perché il Covid ha comportato anche per le forze di polizia un blocco per quanto riguarda i corsi che vengono fatti per l'arruolament"», ha detto Lamorgese, che assicura: per Rimini "un'attenzione particolare alla città l'abbiamo sempre avuta ben sapendo i numeri che d'estate davvero ne fanno una metropoli".