
Una lite finita nel sangue per un telefonino. Questo sarebbe stato il motivo che ha scatenato la furia di 22enne afgano, ritenuto l’autore dell’accoltellamento ai danni di 25enne senegalese avvenuto una settimana fa in viale Regina Margherita a Bellariva. Il giovane, arrestato dai carabinieri, è finito in carcere (ieri è stato convalidato il fermo) così come un 38enne senegalese, accusato di aver dato all’afgano il coltello usato per colpire il rivale.
L’aggressione si era consumata durante la serata del 19 settembre. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, la lite tra l’afgano e il senegalese sarebbe scoppiata per colpa di un telefonino. Il primo accusava il secondo di avergli rubato lo smartphone, e visto che il senegalese continuava a negare il furto l’altro si è fatto giustizia da solo. Grazie alla complicità di un altro senegalese si sarebbe così procurato il coltello con cui ha ripetutamente colpito per 25 volte, il rivale. Il 25enne senegalese, tuttora ricoverato in ospedale, non è in pericolo di vita: guarirà nel giro di un mese e mezzo. È stato grazie al suo racconto e alle descrizioni fornite, che i carabinieri si sono messi da subito in cerca di aggressore e complice. La ricerca è scatta nella zona delle ex colonie e in altri luoghi dove entrambi bivaccavano.
Il primo a essere fermato è stato il senegalese, due giorni dopo l’aggressione. Durante la perquisizione i militari hanno trovato due coltelli, tra cui quello usata dall’afgano. Che è stato intercettato dalla polizia di Stato sabato, al parco Murri, durante un controllo di routine. Il suo atteggiamento sospetto ha fatto scattare ulteriori accertamenti, e anche per lui è scattato il fermo.