Accoltellò cinque persone, niente carcere

Il 26enne somalo, Somane Duula, verrà trasferito in un ospedale psichiatrico perché incapace di intendere e di volere

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Niente carcere per l’accoltellatore del piccolo Tamim e di altre quattro persone. Il 26enne somalo, protagonista del pomeriggio di sangue andato in scena l’11 settembre dello scorso anno a Rimini, sarà trasferito in una struttura sanitaria per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), struttura che ha preso il posto dei vecchi ospedali psichiatrici. Lo ha disposto il Ministero della Giustizia sulla base anche delle indicazioni arrivate da due perizie trasmesse dalla Procura di Rimini. La prima, effettuata dal dottor Guido Pelletti, specialista in medicina legale dell’Università di Bologna. La seconda, del dottor Renato Ariatti, specialista in psichiatria. Secondo quest’ultimo, all’epoca dei fatti, Somane Duula era immerso in "una fase di scompenso psicotico" riconducibile ad "una schizofrenia paranoide, che ne escludeva di fatto la capacità di intendere e volere". Il somalo, difeso dall’avvocato Maria Rivieccio, è in carcere dal 14 settembre del 2021, a seguito dell’arresto eseguito dagli agenti della Squadra mobile di Rimini. Accusato di duplice tentato omicidio, lesioni e rapina, il 26enne è stato sottoposto a perizia psichiatrica sulla base della quale, come prevede la legge in caso di persone totalmente incapaci di intendere e volere, la Procura ne ha chiesto il trasferimento in una struttura Rems, dove con ogni probabilità dovrà trascorrere parecchi anni, anche se l’ultima parola spetta comunque al Gup. Duula dapprima aveva accoltellato le due controllore che lo avevano fermato sul bus della linea 11, a Miramare, poi durante la folle fuga verso Marina centro aveva colpito e ferito altre due donne e infine Tamim lungo viale Regina Elena, prima di essere finalmente arrestato dagli agenti della Polizia. Proprio il bambino di origine bengalese, di appena 6 anni, era stato quello che aveva rischiato di più, perché il colpo inferto da Duula gli aveva reciso di netto la carotide. Tamim poteva morire se non fosse stato per il tempestivo intervento dei sanitari e il delicato intervento a cui era stato sottoposto all’ospedale ’Infermi’, la sera stessa in cui era stato accoltellato. Esclusa da subito la matrice terroristica, l’indagine sull’aggressione coordinata dal pm Davide Ercolani fin dai primi elementi acquisiti aveva ipotizzato che si fosse trattato del gesto di un folle. E nella sua relazione, depositata due settimane fa, è stato lo stesso professor Ariatti, il perito incaricato dalla Procura, a confermare la tesi.