Accusato di evadere l’Iva, evita la condanna

Fine della odissea giudiziaria per un imprenditore riminese: le dichiarazioni ‘incriminate’ era state rese in assenza del suo avvocato

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Le Fiamme Gialle gli avevano contestato un’evasione dell’Iva per circa 80mila euro, ma lui – un riminese titolare di una ditta di autotrasporti – è riuscito ad evitare la condanna, dimostrando in aula che le dichiarazioni che lo avevano messo nei guai erano state rese in assenza del suo avvocato di fiducia. Dopo quasi dieci anni di battaglie nelle aule di tribunale, l’imprenditore – assistito dagli avvocati Gilberto Gianni e Matteo Urbinati – è riuscito a mettere fine ad un lungo calvario giudiziario. Tutto comincia con la classica ispezione della Guardia di Finanza, che si presenta negli uffici dell’azienda, nel 2012, per controllare i registri. Tutto come da copione, se non che dai libri contabili saltano fuori alcune irregolarità. Irregolarità, tuttavia, che risultano essere al di sotto della soglia per cui è prevista in automatico la denuncia penale. A questo punto i militari delle Fiamme Gialle hanno deciso di chiedere delucidazioni direttamente all’imprenditore. Quest’ultimo, visti i reati che venivano ipotizzati nei suoi confronti, avrebbe dovuto essere ascoltato insieme al suo avvocato. Una mancanza che durante il processo ha permesso ai legali della difesa di richiedere l’inutilizzabilità degli atti, a causa di un vizio procedurale. Il giudice ha accolto favorevolmente la richiesta. Ma a incidere sulla decisione finale del tribunale, che ha assolto l’imprenditore, c’è il fatto di aver messo al centro dell’impianto accusatorio un documento ritenuto più conveniente ai fini di una condanna penale. Il titolare della ditta di autotrasporti ha quindi evitato una sentenza di condanna, ma ora dovrà comunque saldare il suo debito con l’Agenzia delle Entrate.