Accusato di molestie alla collega Vigile urbano assolto dal giudice

L’uomo fu denunciato al termine di una lite. È stata respinta anche la richiesta di risarcimento

Accusato di molestie alla collega  Vigile urbano assolto dal giudice

Accusato di molestie alla collega Vigile urbano assolto dal giudice

Era accusato di aver offeso la collega durante una discussione scoppiata in ufficio e di essersi denudato mostrandole il fondoschiena. Per questo motivo un vigile in servizio in un Comune della Valconca è stato denunciato e si è ritrovato a dover rispondere in aula dell’ipotesi di reato di molestie. Nei giorni scorsi però il giudice monocratico del tribunale di Rimini lo ha assolto in quanto il fatto non costituisce reato, accogliendo sostanzialmente la tesi difensiva (l’agente era assistito dall’avvocato Luca Greco del foro di Rimini), in base alla quale l’uomo non avrebbe mai compiuto l’atto osceno che gli era stato attribuito: tra il vigile e la vigilessa ci sarebbe stato sì un litigio dovuto a divergenze per questioni lavorative, condito anche da parole pesanti, ma l’imputato non sarebbe mai arrivato al punto di denudarsi. La stessa Procura aveva chiesto l’assoluzione, ritenendo più verosimile l’ipotesi di reato dell’ingiuria. Respinta anche la richiesta di risarcimento avanzata dalla donna. Quest’ultima, per far valere le proprie ragioni, aveva deciso di rivolgersi alla consigliera di parità della provincia di Rimini, Adriana Ventura. L’ufficio parità si era dunque fatto carico della vicenda, risalente al 2020, portandola davanti al giudice del lavoro Lucio Ardigò. A novembre era arrivata la sentenza: il giudice in quel caso aveva dato ragione alla dipendente comunale, annullando il provvedimento disciplinare deciso dall’amministrazione comunale nei suoi confronti (ma anche confronti dell’altro agente) e disponendo a favore della donna un risarcimento di 15mila euro, a carico del Comune nel quale prestava servizio all’epoca dei fatti, tenuto anche al pagamento delle spese legali.

La sentenza è stata però appellata dall’amministrazione comunale della Valconca, mentre la donna ha chiesto e ottenuto il trasferimento in un altro ente. All’epoca la Provincia aveva espresso soddisfazione per la sentenza "ritenendo che le molestie subite da Chiara (il nome è di fantasia, ndr) vanno considerate vere e proprie discriminazioni". "Grave il fatto che, nonostante Chiara abbia avuto coraggio di denunciare, non solo non sia stata creduta ma addirittura sia stata punita dall’ente per cui lavorava" era stato il commento della consigliera Ventura.