Acque agitate per i salvataggi: "Serve la proroga"

Acque agitate tra i marinai di salvataggio che entrano ufficialmente in ‘stato di agitazione’, annuncia la Cgil. Come ogni anno anno anche nelle ultime settimane il sindacato e i salvataggi hanno chiesto ai sindaci della costa di prorogare il servizio di due settimane, portandolo dall’11 settembre, data ultima della stagione balneare come da ordinanza regionale, al 25 settembre. Ad oggi le risposte avute dai Comuni non sono state soddisfacenti. A sposare la linea della proroga pare essere Riccione, ma anche qui le resistenze non sono poche. Così i marinai di salvataggio dopo la riunione in videoconferenza avuta martedì scorso a cui hanno preso parte decine di lavoratori, hanno deciso di farsi sentire. "L’assemblea ha confermato l’assoluta contrarietà ad ipotesi inattuabili come la riduzione delle torrette presidiate o il ‘salvataggio a singhiozzo’ (solo nei weekend) - precisano Mirco Botteghi e Sonia Lorenzini per la Cgil -. Mentre gli stabilimenti balneari resteranno aperti per elioterapia, le ordinanze balneari fissano alla seconda settimana di settembre la cessazione del servizio di salvamento. L’industria del turismo in riviera, dunque, riconosce l’attività dei bagnini ma lascia fuori i marinai di salvataggio". Ed ancora. "Nei prossimi giorni, in assenza di risposte soddisfacenti da parte delle amministrazioni comunali, si valuteranno le opportune iniziative pubbliche a sostegno della vertenza. Argomentazioni che negano i presupposti per una proroga del salvamento quali ad esempio: alberghi chiusi, mancanza di personale, assenza di eventi o avvio dell’anno scolastico (peraltro fino al 14 settembre gli studenti frequenteranno le spiagge) appaiono poco credibili".