Addio a Gorini, fece grande Rimini

Aveva 92 anni. Da presidente dell’Azienda di soggiorno diede alla città un respiro internazionale

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L’ingegner Luciano Gorini ha lasciato noi, ma anche la città a cui ha dedicato gran parte della sua vita. Aveva 92 anni. Rimini gli deve molto: nel 1960, ad appena 31 anni, ha assunto la presidenza dell’Azienda di Soggiorno e ha trasformato il turismo, diventato da locale e nazionale a internazionale. Gorini aveva un rapporto privilegiato con il mondo professionale ed economico tramite il vicepresidente Giorgio Minguzzi; il consigliere ed assessore Luciano Gambini, il consigliere Amedeo Montemaggi forniva un costante appoggio nella stampa e ne “Il Resto del Carlino”. L’appartenenza di Gorini alla Democrazia Cristiana procurava anche a Roma utili e fruttuosi contatti con il mondo politico nazionale e con il partito al potere. Ma erano necessarie anche le idee. In quegli anni l’aeroporto militare di Miramare diventava a vocazione civile con la costituzione dell’Aeradria, promossa anch’essa dall’Azienda di Soggiorno: i voli aumentarono in misura esponenziale, tanto che l’aeroporto di Rimini nel 1966 era il quarto d’Italia per arrivi. In quel periodo si è assistito anche alla massiccia moltiplicazioni di eventi che dovevano assicurare un maggiore afflusso di turisti. Vorrei ricordare "Luna di miele a Rimini, città di Francesca", omaggio di un soggiorno nella nostra Riviera a coppie del nord Europa in viaggio di nozze; il festival gastronomico a Londra per attirare gli inglesi; "La Mostra del Cinema di Animazione"; la manifestazione canora all’Embassy "Il cantastampa"; la partecipazione alle Olimpiadi di Tokio e soprattutto la distribuzione della rivista Rimini Riviera. E’ in questi anni che vengono valorizzate le frazioni del comune a vocazione turistica come Bellariva, Viserba, Miramare. Se Rimini alla fine degli anni Sessanta sarà una stazione turistica di fama internazionale, ciò è dovuto a Gorini e a uomini come lui che amavano la loro città. Il suo impegno non cesserà alla fine del suo mandato come presidente dell’Azienda di Soggiorno: come consigliere comunale, esercitò un forte ruolo di opposizione all’amministrazione, ma sempre con l’obiettivo di promuovere la città e di salvaguardarla: fu infatti uno dei principali attori che riuscì a togliere al Castel Sismondo, l’infamante ruolo di "prigione"; contrastò il Piano urbanistico cosiddetto De Carlo che, fra l’altro, intendeva demolire il Borgo San Giuliano. Fu anche protagonista in tante organizzazioni benefiche, era iscritto al Rotary. Sempre legato alla sua famiglia e alla moglie Isa. Perciò, in questo triste momento, credo che noi tutti dovremo ripensare e riconoscere i meriti di Luciano e non lasciare che il tempo dimentichi persone che hanno avuto un ruolo tanto importante per darci la Rimini in cui viviamo.

Andrea Montemaggi