REDAZIONE RIMINI

Addio a Italo Minguzzi. Gentiluomo d’altri tempi

Avvocato e docente universitario, oggi i funerali. Il ricordo di una vita passata tra diritto, cultura e una grande passione per il giornalismo.

Minguzzi, riminese di nascita, è stato un rotariano e un amico di San Marino

Minguzzi, riminese di nascita, è stato un rotariano e un amico di San Marino

Si celebrano oggi a San Lazzaro di Savena i funerali di Italo Giorgio Minguzzi un riminese che si è distinto in modo particolare come professore ed avvocato a Bologna. Nato a Rimini, il padre Livio era un noto legale che findò il primo club del Rotary a Rimini nel 1953 e che trasmise questa passione per il sodalizio a Italo. I suoi interessi erano comunque poliedrici: da studente collaborò con Il Resto del Carlino occupandosi della vita mondana estiva della Riviera.

Ricordava sempre quei tempi come tra i più belli della propria vita: entrava gratuitamente nei locali, gli venivano offerte consumazioni e incontrava i grandi nomi della musica o dello spettacolo. Un’altra passione fu il cinema: negli anni Sessanta organizzò con don Nevio Ancarani i cineforum e ciò gli permise di venire a contatto con alcuni registi importanti tra cui Valerio Zurlini. Nello stesso periodo conobbe Marina, da tutti chiamata Lella: fu questo un amore travolgente che sarebbe durato sempre, allietato dalla nascita dei due figli Livio e Francesca. Nel frattempo Italo terminò gli studi laureandosi in Giurisprudenza: non lasciò però Bologna dove intraprese l’attività legale con clienti di primaria importanza ed entrò nel mondo accademico, divenendo presso la facoltà di Economia e Commercio docente di diritto commerciale. Amico di Margherita Zoebeli, fu consigliere del Ceis che aveva frequentato come scuola elementare e la cui esperienza raccontò su “Ariminum”.

Nel frattempo non trascurava il Rotary: presidente di club divenne poi Governatore del Distretto Emilia Romagna Toscana ed attualmente socio onorario del club di Rimini. Professore molto generoso con gli allievi, fu relatore in molte tesi di Laurea: ricordo ancora la gioia quando accettò di esserlo anche per me. L’amicizia restò nel tempo accompagnata da conversazioni piacevoli. Persona squisita e sempre giovane, era un affabulatore di razza e una miniera di aneddoti su tante vicende, ma alla fine le sue parole tornavano sempre a quei meravigliosi anni trascorsi come giornalista al “Carlino” e i suoi occhi brillavano.

Andrea Montemaggi