Addio a Jackson, uno dei ’papà’ della Domus

Con i suoi studi sul corredo del chirurgo l’archeologo del British Museum fece conoscere la Pompei riminese al mondo intero

Addio a Jackson, uno dei ’papà’ della Domus

La Domus del chirurgo; l’archeologo inglese Ralph Jackson, morto a 73 anni

Addio a uno dei ’papà’ della Domus del chirurgo. L’archeologo inglese Ralph Jackson, specialista dell’antica civiltà romana ed esperto della Britannia romana, si è spento all’età di 73 anni per tumore: a darne notizia il giornale inglese The Guardian a funerali avvenuti. La fama di Jackson è legata a doppio filo alla ’Pompei’ riminese. Che venne alla luce per caso. Nel 1989, mentre si scavava per i lavori di riqualificazione di piazza Ferrari, vennero scoperti i primi resti di quella che poi, grazie alla lunga e approfondita campagna archeologica, emerse in tutta la sua bellezza: sotto piazza Ferrari si nascondeva la casa di un medico, risalente alla seconda metà del secondo secolo dopo Cristo. Durante gli scavi venne rinvenuto un corredo di 150 strumenti metallici, per lo più bisturi, pinze, uncini e sonde, sopravvissuto a causa di una conflagrazione nella casa, forse durante un’incursione di una tribù germanica.

Il corredo chirurgico scoperto a Rimini è il più ricco per numero, varietà e unicità giunto fino a noi. È stato studiato dai maggiori esperti di medicina antica, a partire proprio da Jackson che lavorava per il British Museum di Londra. E le sue ricerche hanno contribuito a far conoscere al mondo i tesori della Domus del chirurgo, aperta al pubblico dal 2007. Jackson ha anche lavorato su un’altra importante serie di strumenti apparsa sul mercato delle antichità all’inizio degli anni ‘90, conservata all’Ashmolean Museum a Oxford: si ritiene che provengano dall’Asia Minore o dalla Siria. Il grande risultato di Jackson è stato quello di combinare le prove archeologiche con gli scritti di Celso, Galeno e altri luminari della medicina antica, e con le raffigurazioni della chirurgia. Grazie a questo approccio pionieristico l’archeologo del British Museum è stato in grado di identificare lo scopo di ciascun strumento.