Addio a Loris Pesaresi, bandiera del Rimini

Giocatore, allenatore e tifoso biancorosso. E’ morto a 78 anni a causa di un malore improvviso. Abitava nel Borgo San Giuliano

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Giocatore, allenatore, tifoso. Il Rimini era la sua casa. Il calcio la sua grande passione. A 78 anni è morto per un malore improvviso, pochi giorni dopo la promozione dei biancorossi in serie C. Osvaldo Pesaresi, da tutti conosciuto fin da bambino come Loris, abitava nel quartiere del Borgo San Giuliano. Lo si vedeva spesso in sella alla sua bicicletta. A Rimini ricordano l’orgoglio, la bravura e la tenacia. Aveva fatto tutta la trafila nelle giovanili per poi debuttare in prima squadra con Pattini in panchina, per poi prendere altre strade. Giocò nel Faenza, nel Morciano, nel Cattolica e nel Riccione. Una vita da mediano. Chiusa la carriera da calciatore tornò a Rimini come allenatore, delle giovanili. Nella stagione ’88-’89 quando fu esonerato Osvaldo Jaconi fu chiamato al suo posto per poi cedere nuovamente il testimone al tecnico. Allenare la propria squadra del cuore (anche se per poco tempo come è capitato a Loris) è un privilegio che è capitato in sorte non a tantissimi tecnici. "Per me è un’emozione ogni volta che mi siedo in panchina, ma i protagonisti sono sempre e solo i giocatori", diceva sempre. In precedenza, sempre con Jaconi e poi con Galdiolo, era stato il vice allenatore della prima squadra. Poi dalla 19ª alla 22ª giornata, nella stagione ’88-’89 guidò il Rimini di Cinquetti, Carannante, Tentoni, Zoratto. Stagione che segnò la retrocessione in C2. Altre esperienze in panchina con il Baracca Lugo e con il Villa Verucchio. E’ rimasto poi nel mondo del pallone, come tifoso sulle tribune del "Neri" e come opinionista in una tv locale.