Addio a mister Civis: "E’ stato un mecenate"

Malore in casa per Arturo Menghi Sartorio, aveva 83 anni. Imprenditore e uomo di cultura, Rimini perde uno dei suoi protagonisti

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Rimini dice addio a ’mister Civis’. In realtà nella sua vita Arturo Menghi Sartorio ha fatto molte altre cose, anche se il suo nome per tanti riminesi resta legato al Civis Augustus, l’istituto di vigilanza privata che ha diretto e sviluppato per oltre 40 anni. L’imprenditore è venuto a mancare improvvisamente mercoledì pomeriggio nella sua casa. Al mattino era uscito per andare in edicola a comprare i giornali, e fare alcune commissioni. Subito dopo pranzo il malore fatale. A trovarlo senza vita, sul divano, è stata la moglie. Aveva 83 anni Menghi Sartorio, molti dei quali vissuti da protagonista delle vicende economiche, culturali e sociali di Rimini.

Per tanti anni è stato al timone di Civis Augustus, l’istituto di vigilanza fondato nel 1974. Grazie a lui l’azienda è cresciuta e si è sviluppata enormemente, acquisendo altre imprese del settore e aprendo nuove sedi a Cesena, Cervia, Ravenna, Faenza e perfino in Polonia e Romania. Con lui Civis Augustus è arrivato a contare 290 dipendenti (di cui 250 guardie giurate) e 6mila clienti tra aziende, banche, enti pubblici e privati. Nel 2015 l’azienda è entrata poi a far parte del gruppo Cittadini dell’ordine, e Menghi Sartorio ha lasciato la direzione dell’istituto alla nuova proprietà. Da allora l’imprenditore si è dedicato ancora di più alle tante altre attività che hanno accompagnato la sua vita.

Uomo di vasta cultura, amava la storia, e in particolare il periodo del Risorgimento. Ha scritto vari libri (sei) sulle vicende avvenute in Italia tra la Restaurazione e la e il 1861, occupandosi anche del Risorgimento riminese. Faceva parte delle Guardie d’onore al Pantheon, l’associazione di volontari che svolge servizio di guardia sulla tomba di Vittorio Emanuele II, re dell’Unità d’Italia, e di altri reali. Da cinque anni era diventato il delegato provinciale di Rimini. "Chiunque consideri Vittorio Emanuele II padre della patria può far parte delle Guardie", ricordava orgoglioso nel 2016, quando venne nominato delegato provinciale.

Da cultore della storia e fiero sostenitore della cultura e dell’arte, è stato promotore e protagonista con il Rotary (di cui è stato il presidente) di diverse iniziative. Si deve inoltre a Menghi Sartorio il progetto Aere Civium, che riuscì a salvare diverse opere d’arte conservate al Museo della Città. Menghi Sartorio ne parlò con l’allora assessore alla Cultura Stefano Pivato. Servivano parecchi soldi (78mila euro), e l’imprenditore coinvolse diverse aziende del territorio, Aeffe, Italia in Miniatura, RenAuto e Securtech. Nel giro di cinque anni, tra il 2001 e il 2006, il progetto rese possibile il recupero di 30 opere. Il suo impegno per la cultura l’ha portato avanti poi con la Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano. Tre anni fa era stato eletto per acclamazione presidente dell’Accademia, di cui era già stato bibliotecario e poi vice presidente. Aveva raccolto il testimone di Roberto Valducci, titolare di Valpharma.

Ma Menghi Sartorio è stato anche uno sportivo. Ha praticato aikido ed è stato tra i soci fondatori del Golf Club di Villa Verucchio. E ha sostenuto lo sport riminese, dalla squadra di rugby a quella di softball. Un uomo dai mille interessi e passioni, coltivati pensando al bene di Rimini. "La città lo ricorderà come imprenditore illuminato, mecenate, uomo di cultura e una persona perbene", è il messaggio di cordoglio scritto ieri dal sindaco Gnassi alla famiglia. Menghi Sartorio lascia la moglie Benilde, i figli Aldo, Simona e Barbara, i nipoti e gli altri familiari e tantissimi amici. Ieri il rosario e oggi alle 15 i funerali alla chiesa del Suffragio a Rimini.

Manuel Spadazzi