"Adesso ti tagliamo la gola" Scoppia la rissa al Rockisland

Un gruppo di ragazzi spacca un bicchiere in testa e insulta l’addetto alla sicurezza che li aveva allontanati dal locale, poi aggrediscono gli agenti intervenuti per bloccarli

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di Manuel Spadazzi

"Negro di m... Ti tagliamo la gola". Insulti a sfondo razzista, minacce, botte. Un addetto alla sicurezza ferito con un bicchiere di vetro, due agenti finiti al pronto soccorso per i colpi rimediati nel tentativo di fermare l’aggressione. Hanno seminato il terrore domenica pomeriggio al Rockisland cinque giovani tra i 18 e i 30 anni, tra cui una ragazza, appena diciottenne. Uno di loro è stato arrestato, altri due denunciati, e gli agenti sono alla ricerca di un altro fuggito in monopattino durante il parapiglia. Tra i testimoni dell’aggressione anche il deputato Pd Andrea Gnassi, che si trovava lì al locale e ha soccorso il buttafuori senegalese.

Il caos scoppia poco prima delle 17,30. A quell’ora il locale sul molo è già pieno di gente: è appena iniziata una festa con aperitivo e deejay, organizzata insieme ai gestori del chiringuito del bagno 44. A un certo punto un tunisino di 27 anni, la sua ragazza di 18 anni e un loro amico di 30 si rivoltano contro uno degli addetti alla sicurezza, che li stava allontanando perché stavano dando problemi adi altri clienti. Loro, di lasciare il locale, non ne vogliono proprio sapere. Uno di loro aggredisce il buttafuori senegalese, gli spacca un bicchiere di vetro in testa. Vengono subito chiamati polizia e carabinieri, che arrivano sul posto nel giro di pochi minuti. Ma i tre facinorosi anziché andarsene restano lì. Urlano "negro di m..." contro il buttafuori, lo minacciano di tagliargli la gola mimando anche il gesto. Minacce sentite dallo stesso Gnassi e da molti altri presenti sul posto. Gli agenti delle Volanti cercano di portarli via per identificarli, nel frattempo arrivano i ’rinforzi’: sono due giovani albanesi, danno man forte agli amici e cercano di frapporsi tra loro e i poliziotti.

E’ a quel punto che comincia il peggio. Il tunisino e gli altri provano per due volte a rientrare al Rockisland e tentano di divincolarsi dagli agenti. Sempre il tunisino comincia a filmare tutto col telefonino. Gli agenti si vedono costretti a usare lo spray, il tunisino reagisce aiutato dagli amici. Aggrediscono i poliziotti con gomitate, pugni, graffi. Un film dell’orrore che va avanti per alcuni minuti. Un paio di agenti restano feriti, per fortuna in maniera lieve: uno guarirà in 5 giorni, l’altro in 15.

Alla fine il tunisino viene bloccato e arrestato. Con lui in questura ci finiscono anche la ragazza di lui e l’amico italiano, entrambi denunciati. Uno degli albanesi invece è riuscito a fuggire, in monopattino. Ma è un volto noto alla polizia, già sulle sue tracce. Dopo una notte in cella, ieri il 27enne tunisino (che è difeso dall’avvocato Marco Ditroia) è comparso davanti al giudice, che ha disposto l’obbligo di firma in attesa del processo. Secondo il tunisino, tutto è partito per colpa del buttafuori, perché li avrebbe aggrediti. Ma l’addetto alla sicurezza assicura di non averli toccati: le ferite che avevano se le sarebbero procurate dopo aver litigato con altri all’interno del Rockisland. E’ il motivo per cui lui li aveva allontanati.