"Adesso voglio giustizia per il mio Michael"

Marina Mularoni è la mamma di Antonelli, il giovane ciclista vittima di un incidente del 2018: "Si faccia luce su quanto accaduto"

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Un vuoto immenso da quando Michael Antonelli, lo sfortunato ciclista dilettante Under 23 vittima del tremendo fuori strada durante la 72° Firenze-Viareggio del 15 agosto 2018, ha chiuso per sempre gli occhi nel dicembre scorso per complicazioni legate al Covid. Ma la mamma Marina Mularoni non molla, continua a battersi mentre l’altro figlio Mattia, juniores, ha ripreso a gareggiare dopo una breve pausa con il Team My Glass.

Da dove trova la sua grande forza?

"Sono credente, ho pregato tantissimo, dopo quell’attimo, l’incidente e la vita che da allora non è stata più la stessa".

Prima l’ospedale a Firenze, i centri di riabilitazione, qualche segnale di speranza.

"Ci sono stati, ma non mi sono mai fatta illusioni. Fino all’ultimo ho sperato anche se sapevo che sarebbe stata una vita diversa. Ma ero pronta ad affrontarla".

Mesi sofferti per lei sempre vicina al figlio.

"Sono stati mesi difficilissimi. Mi sarei atteso un maggior sostegno da parte del mondo del ciclismo e delle istituzioni. Non nascondo che a volte mi sono sentita abbandonata. Io lavoro da una dozzina di anni alla Erbozeta di San Marino e ringrazio immensamente il proprietario, Roberto Zavaglia, che si è mostrato sensibile sino dall’inizio e mi è venuto incontro il più possibile su tutti i fronti, i miei colleghi di lavoro, ed ancora Maria Sberlati e Vittorio Savini del Team Alice Bike di Cesenatico dove Michael gareggiò da juniores prima di passare dilettante alla Mastromarco Sensi Nibali".

E ci sono voluti tanti soldi.

"Assolutamente sì. Gli amici hanno aperto un conto corrente, sono rimasta colpita dalle donazioni ricevute. Un piccolo gesto in realtà per noi diventato un grande aiuto. Penso alle lotterie con raccolte di fondi organizzate in Toscana dalla squadra di Michael, la Mastromarco Sensi Nibali, con il presidente Carlo Franceschi e il diesse Gabriele Balducci".

Dal punto di vista penale ci sono novità dal Tribunale di Pistoia?

"Mi sono affidata allo studio legale Alessi di Rimini. Mi risulta che la vicenda non sia stata archiviata. Fino a quando Michael è stato in vita ho pensato solo a lui, alla sua e alla nostra vita che sarebbe stata diversa e non ho fatto assolutamente nulla. Ora chiedo giustizia solo e soltanto per lui, che sia fatta luce sul quel tragico incidente. Quel giorno io ero a San Marino, mi precipitai in Toscana per essere accanto a lui. Ho sempre ritenuto che qualcosa di non chiaro potesse essere successo e spetta a chi di dovere constatarlo o meno. Lo chiedo per Michael, lo impone la giustizia".

Antonio Mannori