Affittavano a lucciole e clandestini: 9 denunce

Le prostitute esercitavano la loro professione in un appartamento di viale Regina Margherita e in un hotel di Rivazzurra: blitz dei carabinieri

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Avevano trasformato un appartamento di viale Regina Margherita in una casa per appuntamenti a luci rosse. Un pied-à-terre perfetto per le professioniste del sesso – lucciole originarie dell’Europa dell’Est, ma anche transessuali – in cerca di un luogo discreto per appartarsi insieme ai propri clienti. Quando nell’appartamento non c’era posto, ecco che le ragazze venivano dirottate verso un insospettabile albergo a tre stelle di Rivazzurra, dove – a detta degli inquirenti, con la compiacenza del gestore – le belle di notte avrebbero potuto esercitare liberamente la loro professione. Era stato lo stesso albergatore, a un certo punto, a dire basta all’arrivo di altre prostitute: tutto quell’andirivieni, rischiava di insospettire le famiglie e le comitive di anziani che durante l’estate avrebbero alloggiato nella struttura. A mettere fine al tutto, all’alba di ieri, ci hanno pensato i carabinieri della stazione di Miramare e della compagnia di Rimini che, al termine di un’indagine cominciata nel febbraio del 2021, hanno eseguito otto misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Rimini nei confronti di altrettante persone, accusate a vario titolo di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, spaccio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Tra i nove indagati c’è una donna russa di 43 anni, proprietaria dell’appartamento di via Regina Margherita (attualmente posto sotto sequestro), e un professionista italiano di 67 anni, il quale fungeva da ‘mediatore’ per suo conto, oltre a due coniugi campani, rispettivamente di 45 e 38 anni, gestori dell’hotel. Tutti e quattro sono difesi dall’avvocato Massimiliano Orrù. Nel registro degli indagati figurano poi un italiano di 42 anni, due rumeni di 33 e 42 anni, un marocchino di 36 anni e un tunisino di 23. Questi ultimi due sono sospettati di essere al centro di un giro di spaccio di hashish e cocaina. Quattro indagati sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre per gli altri quattro è scattato il divieto di dimora nella provincia di Rimini. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, era partita dopo le segnalazioni di alcuni residenti, insospettiti da un viavai anomalo di uomini, ad ogni ora del giorno e della notte, nell’alloggio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, affittare la casa del sesso alle lucciole avrebbe fruttato alla sua proprietaria 23mila euro al mese. Ma la casa, sempre stando agli investigatori dell’Arma, sarebbe stata data in affitto anche ad uno straniero irregolare. Poteva però capitare che l’appartamento non fosse disponibile: in quel caso la russa e il professionista avrebbero indirizzato le luciole verso l’albergo gestito dai campani, pronti a chiudere un occhio di fronte alle strane ‘abitudini’ delle loro clienti. L’inchiesta ha inoltre consentito di far emergere alcuni episodi inquietanti, legati ai maltrattamenti, alle botte e alle umiliazioni che gli sfruttatori, l’italiano e i due rumeni, imponevano alle ragazze per obbligarle a prostituirsi.

Lorenzo Muccioli