Affresco ’scoperto’ dopo 500 anni "Esposto a tutti dopo il restauro"

Affresco ’scoperto’ dopo 500 anni  "Esposto a tutti dopo il restauro"

Affresco ’scoperto’ dopo 500 anni "Esposto a tutti dopo il restauro"

Per 500 anni l’opera è rimasta stata murata "viva", senza che nessuno potesse ammirarla. C’è voluta la provvidenziale curiosità di frate Federico per riportare alla luce un meraviglioso affresco trecentesco, un commovente ’Cristo in pietà’ per il quale, dalla prossima settimana, inizierà il restauro. L’incredibile storia è accaduta nel convento di Santa Croce di Villa Verucchio, "luogo ricco di storia, arte, fascino e poesia il cui centro era e resta il poverello d’Assisi", fa notare padre Bruno Miele, da 7 anni guardiano del convento.

È il settembre 2021: frate Federico sta riparando un cavo della luce alle spalle del quattrocentesco coro ligneo del convento. Gli pare di vedere qualcosa, lega il cellulare a un filo, lo fa scendere dietro il coro e guarda in diretta le immagini del video. "È stata una fortissima emozione – racconta – Quello che pensavo fosse una finestrella si è rivelato un affresco, dipinto in una nicchia". La scoperta ha portato alla creazione di un tavolo di lavoro con Soprintendenza, Comune di Verucchio, Fondazione Carim e Rotary Club Rimini, con la supervisione tecnica dell’architetto Claudio Lazzarini e quella storico-artistica del professore Alessandro Giovanardi. "Ogni rigoroso discorso filologico è improprio. Ma ritengo – dice Giovanardi – possa essere un’opera del tardo ’300 o del primo ’400, di alto valore devozionale e simbolico". "Con la stessa attenzione al bello e al bene delle comunità, che ha portato nel 2006 la Fondazione Carim ad acquisire la dossale del Baronzio realizzata proprio per Villa Verucchio, ci apprestiamo ad aprire un nuovo, fondamentale capitolo", sottolinea Mauro Ioli, il presidente della Fondazione. Grazie al contributo di Fondazione e Rotary Club del presidente Luca Gasparini, la prossima settimana inizieranno i lavori di recupero, affidati al restauratore Romeo Bigini. "Smonteremo parte del coro e schermeremo l’area dei lavori – anticipa Bigini – con lo svelamento del dipinto, poi si procederà al restauro". L’ipotesi è di realizzare un elemento di protezione scorrevole così da renderlo fruibile. L’intervento potrebbe durare due mesi, e la chiesa manterrà la sua attività. Con le necessarie precauzioni si organizzeranno anche visite in cantiere e iniziative. "Il convento fa parte della storia di tutti i verucchiesi. – dice la sindaca Stefania Sabba – Questo rinvenimento apre un nuovo entusiasmante capitolo di questo rapporto". m.c.