Secondo la ricostruzione, quel ragazzo (all’epoca 24enne) non aveva esitato un attimo ad afferrare un paletto di plastica da un cantiere per sottrarsi così al controllo dei poliziotti. Dopo essere stato accompagnato in Questura, era stato denunciato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Alla fine però il giudice del tribunale di Rimini ha assolto il giovane, di professione chimico. Determinante, ai fini del processo, la richiesta avanzata dai suoi legali, gli avvocati Gilberto Gianni e Massimiliano Cornacchia, di svolgere degli accertamenti tecnici sul paletto. Gli esami hanno dimostrato che sull’oggetto non erano presenti impronte digitali. Circostanza che di fatto proverebbe l’estraneità del giovane. L’episodio risale al 2015, quando il protagonista della storia, dopo aver finito il suo turno come cameriere, raggiunge gli amici che si trovano in un pub del centro storico. Dopo aver bevuto qualche birra, il gruppetto si incammina verso le macchine. Per raggiungere la sua auto, il chimico deve percorrere un tragitto all’interno del parco Fabbri. A un tratto, alle sue spalle, sente il rombo di un’auto. Il ragazzo è solo, in un parco, alle 4 di notte: si mette così a correre, fino a quando non viene raggiunto dalla pattuglia della Polizia e fermato.