Aggressione fidanzati Rimini, "Mi hanno riempito di calci per rubare collanina e orologio"

Gregorio Lucchi Maggioli e la fidanzata presi di mira da tre persone in viale Principe Amedeo. La coppia salvata da un automobilista, spuntato dal nulla con in mano un manganello

Gregorio Lucchi Maggioli, 27 anni, insieme alla fidanzata Clementina

Gregorio Lucchi Maggioli, 27 anni, insieme alla fidanzata Clementina

Rimini, 10 luglio 2022 - A salvarlo dalla furia dei rapinatori è stato uno sconosciuto, armato di manganello, che ha messo in fuga i malviventi che lo avevano picchiato per portargli via collanina e orologio. Notte da incubo per Gregorio Lucchi Maggioli, 27 anni (nipote del noto imprenditore Manlio Maggioli): lui e la fidanzata 26enne, Clementina, sono stati assaliti a Marina Centro e hanno vissuto un quarto d’ora di paura prima del provvidenziale intervento di un uomo che stava passando di lì in macchina.

"Stavamo tornando a casa verso le 2 di notte, dirigendoci a piedi verso viale Principe Amedeo – raccontano i due protagonisti –. A un tratto, dopo aver superato la fontana dei quattro cavalli, dietro di noi sono comparsi due ragazzi, all’apparenza ubriachi e con un forte accento dell’est Europa, che ci hanno chiesto come arrivare alla stazione. Li abbiamo ignorati, ma quelli hanno continuato ad urlarci contro, così ci siamo fermati per dargli alcune indicazioni. A quel punto ci hanno lasciato in pace e abbiamo continuato a camminare. Nel frattempo abbiamo notato un ragazzo di colore, molto magro e alto quasi un metro e 90, che camminava davanti a noi, accanto ai giovani dell’est. Mentre stavamo per superarlo, si è girato e ha iniziato a guardarci in modo strano".

"Aveva adocchiato la collanina d’oro che avevo addosso – prosegue Gregorio Lucchi Maggioli –. A un tratto, mentre gli davamo le spalle, ha fatto uno scatto in avanti e mi ha afferrato con forza, cercando di strapparmi la collana".

Ne è nata una colluttazione, violentissima, a pochi metri dalla strada, mentre la fidanzata di Lucchi-Maggioli disperata urlava. "Ho provato a fuggire, dirigendomi verso la strada, ma il ragazzo ha continuato a seguirmi ed aggredirmi – prosegue il 27enne –. Ho cercato di difendermi, tirandogli un pugno: in quel momento si è aperto il cinturino dell’orologio. Il malintenzionato lo ha notato, e ha cercato di impossessarsi anche di quello. In quell’istante sono entrati in azione anche i due ragazzi dell’est: ripensandoci ora, credo che fossero dei complici del rapinatore di colore, e che stessero aspettando il momento giusto per intervenire. Hanno iniziato a tartassarmi di colpi, soprattutto calci, cercando di portare via gli oggetti di valore: io mi sono accovacciato per proteggermi dal loro assalto, con orologio e collana in mano".

In viale Principe Amedeo è il caos più totale: sul posto accorrono anche altri due ragazzi che, vedendo la fidanzata di Gregorio che continua a urlare e a dare pugni agli assalitori, pensano che sia lei la vittima del furto.

La situazione è disperata, ma proprio in quel momento accade l’imprevisto. "Una macchina si è fermata: ne è uscito un uomo sulla cinquantina, che parlava con accento veneto e aveva in mano un manganello – aggiunge Gregorio -. Forse ha capito quello che stava accadendo e ha deciso di mettersi in mezzo. I rapinatori, trovandoselo di fronte, sono scappati a gambe levate. Lo abbiamo ringraziato infinitamente, ma è ripartito quasi subito, così come era arrivato. Qualcuno poi ha chiamato i carabinieri, che hanno raccolto la testimonianza di tutti i presenti. Per fortuna non sono riusciti a portare via nulla: tutto merito di quel signore che è accorso in nostro aiuto".

Gregorio se l’è cavata con qualche escoriazione: "ma poteva andare molto peggio. Non è pensabile però che possano avvenire cose del genere in un luogo così centrale".