Rimini, agguato in stazione: migliora il ferito. Testimoni sotto choc: "Qui è l’inferno"

Il 17enne accoltellato con un coccio di bottiglia conosceva bene l’aggressore, che ha le ore contate

Le indagini della polizia

Le indagini della polizia

Rimini, 11 giugno 2022 - "Mi ha chiesto una sigaretta, io gli ho detto ’no’ e mi ha aggredito". E’ la versione fornita agli inquirenti dal 17enne marocchino ferito l’altra sera, nel viale della stazione, da un connazionale di pochi anni più grande, che l’ha accoltellato più volte usando un coccio di bottiglia. Il minorenne è tuttora ricoverato in ospedale, per le lesioni riportate nell’aggressione, ma non è in pericolo di vita. Poteva andargli molto peggio, visto che uno dei fendenti l’ha colpito in pieno petto. Qualche centimetro più in là, e sarebbe stata una tragedia. Quel che è certo è che rischia danni permanenti alle dita di una mano: uno dei colpi gli ha reciso di netto i tendini. Il 17enne è già stato sentito dagli agenti della Squadra mobile della Polizia, intervenuti sul posto. A loro avrebbe detto che il suo aggressore, un 24enne marocchino, l’avrebbe colpito dopo una banale lite per una sigaretta negata. Una versione che non convince affatto gli agenti, che attendono di vedere i filmati delle telecamere.

Rimini, ragazzo di 17 anni accoltellato davanti alla stazione: è grave

L’aggressione è avvenuta alla fermata del bus davanti al Burger king, a pochi metri da dove era stato assassinato a novembre Galileo Landicho, il filippino ucciso da un connazionale per gelosia. Da quanto è emerso finora nelle indagini, coordinate dal pm Annadomenica Gallucci, i due marocchini si conoscevano bene ed entrambi sono già stati visti più volte nella zona della stazione. L’altra sera i due avrebbero litigato pesantemente: un ragazzo che si trovava alla fermata ha tentato di dividerli poi il 24enne ha accoltellato il rivale. L’aggressore, accusato di tentata rapina e lesioni, ha le ore contate: poco prima del fattaccio, era stato fermato e identificato dai militari che ogni sera pattugliano la stazione, la Polizia è sulle sue tracce.

Diverse persone erano nella zona quando è avvenuta l’aggressione. Tra loro anche Marco, un sedicenne di San Giuliano, studente al liceo artistico. "Io e la mia ragazza aspettavamo l’autobus. Non abbiamo sentito grida, abbiamo capito che stava accadendo qualcosa di grave perché all’improvviso le persone vicino a noi hanno iniziato a spostarsi velocemente". Né Marco né la sua ragazza hanno assistito in diretta all’aggressione. Ma "la mia fidanzata ha visto il ferito. C’erano diversi fazzoletti imbrattati. E, particolare che mi ha molto impressionato, la pozzanghera di sangue sotto la panchina, diventata mano a mano sempre più rossastra. Io e la mia ragazza eravamo lì stretti, e sentivamo la paura scorrere in noi. Nel giro di due minuti sono arrivate tre volanti della Polizia, una jeep dell’esercito e infine l’ambulanza. La mia ragazza tremava. Anch’io ho avuto tanta paura che è salita progressivamente, man mano che raggiungevo la piena consapevolezza di quanto era successo, soprattutto mentre ritornavo verso casa, a piedi, una decina di minuti di cammino per arrivare a San Giuliano".

"Ragionando ora a mente più fredda – continua – mi è rimasto il pensiero di quanto sia pericolosa Rimini in alcune zone, come la stazione. Non dovrebbe essere così. Non mi sembra normale che ogni tanto venga accoltellato qualcuno. In ogni caso ci dovrò tornare alla stazione, per accompagnare la mia ragazza (che non è di Rimini) a prendere l’autobus, e non intendo mandarla da sola in quel posto. Spero che, quando ci tornerò, non proverò più quella orrenda sensazione di paura che mi ha attanagliato giovedì sera".