Albergatore accoltellato a Rivazzurra. “Voleva uccidermi, ora abita qui”

Il marito geloso autore del tentato omicidio è uscito dal carcere. La vittima: "Spero in una giusta condanna"

Tentato omicidio a Rivazzurra, il sopravvissuto: "Chi mi voleva uccidere ora abita qui vicino"

Tentato omicidio a Rivazzurra, il sopravvissuto: "Chi mi voleva uccidere ora abita qui vicino"

Rimini, 24 maggio 2023 – ”Sono preoccupato per la mia incolumità. Ho saputo che l’uomo che 15 mesi fa mi ha sferrato 27 coltellate senza alcun motivo, riducendomi in fin di vita, da dicembre non è più in carcere ma agli arresti domiciliari, e può addirittura andare al lavoro".

Parla Nicola Scarcia, 49enne albergatore a Rimini sud, aggredito il 22 febbraio 2022 nella hall dell’hotel Buttefly di Rivazzurra dal 53enne artigiano albanese Pellumb Jaupi, che lo riteneva l’amante della sua ex moglie, poco prima accoltellata a sua volta a Morciano. L’uomo è accusato di duplice tentato omicidio puriaggravato, prossima udienza il 16 giugno, Nell’aggressione rimase ferita anche Barbara Scarcia, sorella di Nicola, che aveva tentato di difendere il fratello.

Anzitutto, lei come sta?

"Sono ancora alle prese con riabilitazione e interventi chirurgici, dopo quelli che mi hanno fatto a ripetizione all’ospedale Bufalini di Cesena, dove mi avevano trasferito d’urgenza dopo l’aggressione. Il prossimo sarà un’operazione alla mano sinistra, tra l’altro sono mancino, con la quale mi ero riparato dalle coltellate, che mi avevano anche reciso i tendini. Questa mano mi ha salvato la vita".

Quanti interventi ha subito in poco più di un anno?

"Non è tenuto il conto, tanti. Sono stato in rianimazione per molti giorni. Sono vivo per miracolo. Ho cicatrici su tutta la schiena, perché l’aggressione è iniziata dietro le spalle. Mi hanno ridotto l’intestino di 10-15 centimetri".

Pensa di aver rischiato la vita?

"Ne sono convinto. Non mi ha ammazzato perché in qualche modo sono riuscito a buttarlo in terra e a fargli mollare il coltello".

Lei ha sempre sostenuto di non essere stato amante della moglie di Pellumb, conferma?

"Ma quale amante. Aveva lavorato nel mio hotel in passato, una signora avanti con gli anni e molto riservata".

Prima di quel giorno fatidico l’albanese era già venuto nel suo hotel.

"Sì, la settimana prima, e mi aveva minacciato".

E lei?

"Ho pensato che sbagliava persona. Ma purtroppo non gli ho dato peso".

E quando è tornato?

"Credevo cercasse lavoro".

Il suo aggressore ha mai cercato un contatto con lei, magari tramite avvocati?

"Assolutamente no. Penso che sia tuttora convinto che io sia l’amante della moglie".

Il che la preoccupa?

"Io non ho paura, ma non dico di non essere preoccupato. Quell’uomo abita a meno di un chilometro da casa mia".

L’ha mai incontrato per strada?

"No".

Quando esce di casa si guarda le spalle?

"Ovviamente sì. Sto in guardia. Il ricordo di quell’aggressione impresso a fuoco".

Ora cosa si aspetta?

"Una giusta condanna".

Farete anche una causa di risarcimento danni?

"Ho due alberghi, non cerco soldi. Spero solo che ritorni presto in carcere. Vedremo. L’importante è che paghi per quello che ha fatto".