Aleardo Cingolani stroncato dal Covid

L’ex comandante della Capitaneria di Rimini aveva 71 anni, era stato ricoverato all’ospedale Infermi all’inizio di aprile

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E’ morto ieri mattina all’ospedale Infermi l’ammiraglio Aleardo Cingolani, ex comandante del Porto di Rimini. Aveva 71 anni. Lascia la moglie, Daniela Bentivoglio, i tre figli Roberta, Chiara e Alessandro (ufficiale di marina) e due nipotini. Se l’è portato via il Covid. Era stato ricoverato il 3 aprile; due mesi di battaglia con il virus, combattuta anche nel reparto Rianimazione, che purtroppo ha avuto la meglio. Cingolani era affetto anche da altre patologie, tra le quali il diabete, con problematiche renali. Nato a Rimini l’8 gennaio 1950, Cingolani, per gli amici ’Bela’, era personaggio notissimo e stimato. Nel 2011 aveva creato la lista ’Io amo l’Italia io amo Rimini’, candidandosi a sindaco. Era forte anche il suo impegno nel volontariato e nell’associazionismo (presidente della sezione riminese della Lega Navale, teneva corsi per la patente nautica agli aspiranti comandanti; impegnato anche nella Protezione civile; con gli scout Agesci, presidente dell’associazione di studi storici Aries e dell’associazione Vele al Terzo, era insignito di diversi ordini cavallereschi in aiuto alla Santa Sede per il mantenimento della presenza cristiana e cattolica in Tera Santa. La sua carriera di marinaio era iniziata, come aveva raccontato al Carlino lo scorso marzo, "negli anni Settanta: prima di ’passare al nemico’ entrando in Capitaneria, ero vicecomandante su Ida Teresa, 80mila tonnellate, una delle navi di Serafino Ferruzzi, che portava granarie dal Sud America". "L’amministrazione comunale esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa dell’ammiraglio Aleardo Cingolani, davvero protagonista a tutto tondo della vita riminese degli ultimi decenni – il ricordo del sindaco Andrea Gnassi –. Cingolani è stato un uomo ricco di passioni e di passione, per la città e soprattutto per il suo mare. Libero, vivace, vulcanico, sincero sino in fondo e per questo a volte spigoloso, l’ammiraglio ha passato l’intera vita, e sino all’ultimo giorno, animando in prima persona associazioni di volontariato, iniziative, e avanzando generosamente idee, proposte, stimoli in uno slancio altruistico verso i luoghi che amava".

"Tutta la Fondazione Carim è profondamente commossa e addolorata – dichiara il presidente Mauro Ioli –. Si sapeva delle sue condizioni di salute, ma fino all’ultimo si era sperato che potesse superare anche questo pur difficilissimo scoglio". Ioli ricorda "la schietta umanità, la cordialità che metteva tutti a proprio agio. Accompagnate da un intenso e competente impegno profuso non solo sulle ’questioni del mare’ – che sono state la sua vita - ma anche sul fronte dell’associazionismo sociale nel quale era particolarmente attivo con gratuita e generosa disponibilità". Domani sera veglia di preghiera alle 19,30, funerali lunedì alle 15, alla chiesa di Cristo Re, in via delle Officine.

Mario Gradara