Rimini, nessun colpevole per la morte di Alessandro Vendemini

Gli esiti dell’autopsia sul bimbo sono arrivati due anni dopo la querela dei genitori. Per il perito non ci sono responsabilità mediche

La famiglia Vendemini con il piccolo Alessandro, morto nell’ottobre del 2019

La famiglia Vendemini con il piccolo Alessandro, morto nell’ottobre del 2019

Rimini, 11 giugno 2021 - Per la morte del piccolo Alessandro Vendemini, il perito della Procura non ravvisa alcuna responsabilità da parte dei medici. Ma i genitori non si arrendono: "Abbiamo aspettato per ben due anni l’esito di un autopsia – dice il papà Riccardo – e già questo ha dell’incredibile. Sentirsi dire poi che non ci sono responsabiltà ci fa arrabbiare moltissimo. A questo punto nomineremo un nostro perito, perchè sono sicuro che mio figlio poteva essere salvato".

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Alessandro Vendemini aveva soltanto due anni quando è morto all’ospedale Infermi
Alessandro Vendemini aveva soltanto due anni quando è morto all’ospedale Infermi

Alessandro, 2 anni, muore alle cinque e mezza del mattino del 31 ottobre del 2019, nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Infermi. La mattina del giono prima, i genitori l’avevano portato al pronto soccorso pediatrico perchè il piccolo vomitava, aveva la dissenteria e sopore. Ma gli accertamenti dei sanitari avevano concluso che i parametri erano nella norma, e dopo avergli praticato le cure che ritenevano necessarie in quel momento, dopo due ore l’avevano rimandato a casa. Ma già nel pomeriggio Alessandro aveva ricominciato a piangere disperato, non mangiava e quasi non beveva, ed era tornato il vomito. Spaventati i genitori erano tornati al pronto soccorso: era l’una e quaranta di notte. Da quel momento, le condizioni del bimbo erano progressivamente peggiorate, i medici avevano tentato l’impossibile per salvarlo, ma alla fine erano stati costretti ad arrendersi: Alessandro se n’era andato. I genitori sotto choc per il dolore non riuscivano a capacitarsi come e perchè il loro piccolo fosse morto. Erano disperati, ma decisi a sapere la verità, e rappresentati dall’avvocato Massimiliano Orrù, aveva presentato un esposto in procura.

Il magistrato aveva disposto l’autopsia, ma la cosa incredibile è che nonostante le sollecitazioni, sia da parte del pubblico ministero che dei genitori, l’esito è stato despositato solo nei giorni scorsi. Le conclusioni sono che Alessandro è morto per "una polmonite diffusa bilaterale con insufficienza multiorgano terminale in soggetto affetto da miocardia ipertrofica e alterazioni vascolari riferibili a sindrome di Marfan". E aggiunge che "al primo accesso in ospedale la mattina del 30ottobre, i dati anamnestici riferiti dai familiari e il quadro clinico, non consentivano di ipotizzare una patologia così grave a carico del sistema respiratorio". Al secondo accesso in pronto soccorso, "le condizioni si sono manifestate repentinamente come gravi e i sanitari hanno posto in essere ogni ragionevole trattamento medico". E conclude che "nell’assistenza sanitaria fornita al piccoo Alessandro non sono ravvisabili carenze assistenziali...". Conclusioni che vedono come logica conseguenza la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero.  

Non la pensano così i genitori però. "Abbiamo aspettato due anni per questo – dice il padre – è assurdo. Inaccettabile. Non si è dato minimamente peso al fatto che eravamo stati una prima volta al pronto soccorso e che due ore dopo ci avevano mandato a casa, perchè non era niente di grave. E invece mio figlio è morto, quando si poteva salvare. Non mi fermo di fronte a questa perizia, sono deciso a nominare un esperto. Deciso ad andare fino in fondo".