MARIO GRADARA
Cronaca

Allarme di Federconsumatori: "Affitti brevi: il 30 per cento non rispetta le normative"

Dito puntato sul self check in: "problema di sicurezza la non identificazione diretta degli ospiti" "Risultato: aumento di costi e carenza di alloggi, con svuotamento dei centro storici".

Dito puntato sul self check in: "problema di sicurezza la non identificazione diretta degli ospiti" "Risultato: aumento di costi e carenza di alloggi, con svuotamento dei centro storici".

Dito puntato sul self check in: "problema di sicurezza la non identificazione diretta degli ospiti" "Risultato: aumento di costi e carenza di alloggi, con svuotamento dei centro storici".

Affitti brevi: uno su tre vìola la legge. Federconsumatori torna all’attacco, aggiornando la ricerca sulla regolarità e la sicurezza degli affitti brevi in Emilia Romagna. Con particolare attenzione sul self check in "nelle diverse province della regione". "Quella del self check in – sottolinea Federconsumatori – è una modalità diffusa in modo massiccio proprio in queste realtà, incapaci di gestire il ricevimento ’tradizionale’". Con questo meccanismo, va ricordato, il cliente non ha contatti diretti con l’affittuario: generalmente viene fornito al cliente un codice da digitare in una tastiera, posta all’ingresso del condominio e, nelle città dove è ancora consentito, mediante la Key-box. La verifica fatta ha riguardato le città capoluogo e porzioni della provincia. "Per quanto riguarda Rimini, su 968 strutture monitorate, 326 (34%) sono dotate di self check in, piazzandosi in regione fra le prime province per numero di self check in. Ribadiamo ancora una volta che il self check in è un meccanismo vietato e illegale". Si ricorda la circolare del ministero dello scorso 18 novembre, "a tutela della pubblica sicurezza" (si potrebbero favorire soggiorni di malviventi). Lo stesso articolo 109 del Tulps impone di verificare l’identità degli ospiti tramite verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti. Federconsumatori Rimini "ritiene importante il percorso avviato dalla Regione Emilia Romagna per la costruzione di norme che affrontino l’effetto degli affitti brevi sui nostri capoluoghi, a partire dallo snaturamento dei centri storici, dall’espulsione degli abitanti, sui costi e sulla reperibilità degli affitti, sull’aumento del costo degli immobili". Ma è "condizione per noi essenziale e preliminare – chiosa l’associazione – garantire il rispetto delle norme già esistenti. Quelle fiscali, aggirate per anni da operatori e portali e quelle di sicurezza, con la grandissima maggioranza di strutture che non rispettano gli obblighi di legge, mettendo a rischio l’incolumità dei turisti. Infine quelle oggetto di questo testo, rispetto alle quali, sino ad oggi, l’attenzione dei soggetti preposti ai controlli non è stata sufficiente".