"Allibiti e delusi per l’aumento delle tasse"

La protesta degli albergatori dopo il via libera dell’amministrazione: "Imposta di soggiorno più cara? Sbagliato far pagare i turisti"

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"Allibiti e delusi". Le prime parole del direttore di Federalberghi, Luca Cevoli, sull’aumento delle tariffe dell’imposta di soggiorno lasciano poco spazio al politichese. L’amministrazione ha previsto aumenti ancora da definire, anche se le prime ipotesi parlano di cinquanta centesimi su tutte le tipologie di ‘stelle’ o di incrementi differenti a seconda delle ‘stelle’, quantificati tra i 50 e i 30 centesimi. Gli aumenti maggiori ricadrebbero sui camping. "Queste ipotesi ci erano state poste in un incontro del 5 dicembre, a cui hanno preso parte le varie categorie economiche – ricorda Cevoli –. La nostra posizione era contraria. Speravamo ci fosse la volontà e la disponibilità a trattare l’argomento per trovare una soluzione alternativa. Ed invece sono passati dieci giorni e non si è sentito nulla. Il portare al tavolo una situazione di fatto già definita è un atteggiamento che non può trovare d’accordo gli albergatori".

La delusione è doppia se si pensa anche agli aumenti della Tari. Per il momento la base da cui si parte è di un più 7%. "Per come è andato il servizio, con tutte le criticità lamentate dagli operatori nelle ultime stagioni, semmai ci aspettavamo uno sconto da Hera. Questo ulteriore balzo ci lascia molto perplessi". L’effetto del duplice aumento preoccupa. "Gli ultimi anni, con tutto quello che è accaduto, sono stati molto difficili. Non si può dire che ne siamo usciti. Come comparto alberghiero scontiamo ancora un -10% rispetto al 2019. Stiamo cominciando a mettere fuori la testa solo oggi ed ecco che ci arriva una bastonata. Tutto questo avviene per trovare nel bilancio un solo milione di euro in più. Con queste operazioni l’amministrazione finirà con il rendere scontenti tutti. Rileviamo che erano già stati previsti aumenti nel 2018. Evidentemente quando è ora di tassare, non c’è differenza di ‘colore’ tra le amministrazioni". E ancora: "Certamente è più facile tassare chi non vota, mi riferisco al turista. La nostra posizione si riferisce anche agli aumenti dei camping che avrebbero una crescita delle tariffe anche superiore agli hotel". C’è anche un altro aspetto che non viene digerito dall’associazione: "Viene chiesto al turista di pagare di più mentre al settore Turismo vengono tolti 300mila euro, sempre per far tornare i conti".

Federalberghi fa muro su entrambe le partite, ma un’apertura comunque la offre. "Siamo disponibili a dialogare, ma sugli aumenti degli abbonamenti dei parcheggi. Capiamo che dopo la pandemia, quando erano stati dimezzati, sia comprensibile riavvicinarsi a quelle che erano le tariffe precedenti. Se ne può discutere, ma sull’imposta di soggiorno e la Tari il nostro no è senza appello".

Andrea Oliva