Alpini Rimini molestie, Raffaella: "Sono stata offesa e schiaffeggiata. Ma non denuncio"

La rabbia della ragazza bolognese che fu tra le prime a raccontare di avere subito un’aggressione: "Nessuno vuole testimoniare"

Raffaela Vitiello, 19 anni, racconta di aver subito molestie dagli alpini a Rimini

Raffaela Vitiello, 19 anni, racconta di aver subito molestie dagli alpini a Rimini

Rimini, 7 luglio 2022 - La rabbia . E’ il primo sentimento che ha provato ’Lela’, quando ha letto la notizia. La Procura di Rimini ha deciso di chiedere l’archiviazione per il caso di molestie denunciato ai carabinieri da una 26enne riminese, che aveva raccontato di essere stata seguita e poi accerchiata e strattonata da tre alpini, durante l’Adunata di maggio. "Posso immaginare cosa stia provando ora quella ragazza. Mi fa rabbia, molta rabbia", ammette Raffaela Vitiello. Diciannove anni, residente a Bologna, subito dopo l’Adunata degli alpini Raffaela era stata tra le prime ragazze a metterci la faccia. A raccontare (sulle nostre colonne) quel che lei aveva subito il 7 maggio, quando insieme a due amici era venuta a Rimini per trascorrere la serata.

Raffaela, perché lei ha deciso di non presentare denuncia?

"In realtà io ero più che decisa a farla. Il gruppo ’Non una di meno’, a cui mi era rivolta (è il collettivo femminista che ha raccolto le segnalazioni, ndr ), mi aveva messo in contatto con un’associazione e una loro legale. Ci ho parlato, con l’avvocata, e poi mi sono tirata indietro".

Perché?

"Quando le ho detto che gli amici che si trovavano con me quel giorno a Rimini non erano molto propensi a testimoniare, l’avvocata mi ha detto che se avessimo presentato la denuncia soltanto con il mio racconto, senza alcun testimone, tutto rischiava di finire in una bolla di sapone".

Ma senza la denuncia è impossile per gli inquirenti fare le indagini. Questo lo sa?

"Lo so bene. Ho ancora qualche giorno di tempo per pensarci, ci rifletterò ancora sopra. Nel mio caso, non dovrebbe essere nemmeno così difficile individuare i responsabili. Quel giorno infatti una volante della Polizia era intervenuta, perché uno degli alpini che mi stava molestando poi si era messo a fare a botte con l’amico che aveva preso le mie difese. Gli agenti ci hanno identificato, e poi mi hanno spiegato che avevo tre mesi di tempo per sporgere l’eventuale denuncia ".

Cosa ricorda di quel giorno?

"Tutto. I due alpini che mi rivolgono frasi oscene e poi mi seguono. La zuffa con il mio amico. Uno degli alpini che mi colpisce con uno schiaffo, mentre io cerco di separarli. Il colpo è stato talmente violento da farmi cadere a terra".

Il gruppo di femministe ’Non una di meno’ ha annunciato di voler presentare una denuncia collettiva.

"Fanno bene. Io credo che molte ragazze non abbiano presentato denuncia solo perché temevano che sarebbe stato impossibile risalire agli autori delle delle molestie. Ma di casi ce ne sono stati, eccome".

Lei è stata tra le prime ragazze a esporsi pubblicamente, raccontando le molestie subite. Come hanno reagito i suoi familiari e amici?

"Le persone che mi conoscono bene erano tutte arrabbiate per quello che è accaduto, e mi hanno consigliato di denunciare. Il rammarico è non averlo ancora fatto. Ma questo non significa affatto che le molestie non ci siano state".