L'amante del prete: "La mia non è una vendetta, il celibato va abolito"

L'intervista alla donna che ha confessato di avere avuto una relazione segreta con un parroco di San Marino. Ha scritto anche una lettera a Papa Francesco.

Marcello Mastrionanni e Sophia Loren in una scena del film ‘La moglie del prete’ di Dino Risi

Marcello Mastrionanni e Sophia Loren in una scena del film ‘La moglie del prete’ di Dino Risi

Rimini, 17 ottobre 2015 - Le sue rivelazioni hanno avuto l’effetto di un vero e proprio elettroschok. Sulla diocesi di San Marino, che aveva cercato in questi mesi di evitare lo scandalo. Sui residenti di San Marino. Sulle tante persone che ritengono oggi il celibato per i preti un obbligo ‘superato’ dai tempi, una costrizione inattuale se non addirittura pericolosa (anche per la Chiesa stessa). Ma Michela (il nome è di fantasia), la donna riminese che ha confessato di aver avuto una relazione segreta durata quattro anni con un anziano parroco di San Marino, non ci ha ripensato. Sapeva bene che le sue rivelazioni avrebbero creato scompiglio, ma ora che l’ha fatto non tornerebbe indietro. «Io vado avanti. Non ho raccontato la mia storia per vendicarmi di questa persona, anche se mi ha ferito profondamente. L’ho fatto con uno scopo preciso».

Quale?

«Sono convinta che l’obbligo del celibato per i preti sia da abolire. E’ un obbligo che non ha più senso oggi, che fa del male ai sacerdoti stessi, li rende problematici e provoca in alcuni di loro una vera e propria ossessione per il sesso».

Quasi una ‘crociata’. Qualcuno ha pensato invece che la sua sia stata una vendetta...

«No, affatto. Ho deciso di parlare e di far conoscere la mia storia perché si sappia che ci sono tante situazioni simili alla mia. Da tempo sono entrata in contatto con altre donne che hanno avuto una relazione con un sacerdote. Siamo in contatto tra noi, abbiamo scritto l’anno scorso la famosa lettera al Papa (firmata da 26 donne) per chiedere a Bergoglio di rivedere la legge sul celibato. E’ una battaglia che porterò avanti. I sacerdoti sono uomini come gli altri, devono avere la possibilità di avere una relazione, di sposarsi, di mettere su famiglia».

Lei è rimasta per quattro anni accanto al sacerdote, pur sapendo di dover vivere la relazione in segreto. Ha mai pensato di lasciarlo perché non sopportava l’idea di un amore clandestino.

«No, non gli ho mai chiesto di lasciare il sacerdozio. E ho dato tutta me stessa a quest’uomo, che mi copriva (almeno nei primi tempi) di d’amore, di regali, di coccole».

La storia è finita dopo quattro anni quando lei ha scoperto che il sacerdote flirtava anche con altre donne.

«Non è stato questo il motivo per cui ci siamo lasciati. La verità è che lui, con il tempo, è cambiato. Non era più quello di prima, mi diceva che ero stata mandata da Satana... Poi però, dopo ogni litigio, lui tornava da me. Ci siamo lasciati e ripresi molte volte, fino a quando in estate non ho deciso di dire basta. Anche se non è stato facile. In fondo, siamo stati una coppia felice, io ero davvero innamorata».

Nonostante la relazione sia finita da tempo, sembra che lei provi ancora qualcosa per il sacerdote.

«Ho sentimenti contrastanti verso di lui. Mi ha fatto del male, mi ha ferita, ma al tempo stesso, probabilmente, lo amo ancora».