Andrea e Francesca, nuovi genitori per la casa famiglia di San Lorenzo

La realtà della Papa Giovanni da oltre quarant’ann accoglie ragazzi e ragazze delle medie e superiori

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La casa famiglia di San Lorenzo, nata oltre quarant’anni fa, ha due nuovi genitori, si tratta di Andrea Casoli 32 anni, e Francesca Paparella (36). Di recente hanno preso il posto di Manuela Bosi (64) e Attilio Palazzini (73) che, anche se a malincuore, hanno lasciato questa realtà della Papa Giovanni XXIII dopo essersi prestati per una ventina di anni come mamma e papà per circa 112115 ragazzi e ragazze di scuola media e prime classi superiori. Tanti ne sono passati in questa casa da quando erano subentrati loro, ossia dall’agosto del 2002, tutti con storie diverse e problematiche risolte positivamente nel tempo, oltre il 97 per cento dei piccoli ospiti, infatti, è tornato nel proprio ambito familiare, solo quattro sono andati in affido, sempre in accordo con i genitori. Andrea e Francesca, coppia di sposi conosciutasi e formatasi nell’Azione Cattolica di Pesaro, si sono già insediati e si stanno occupando di un ragazzino in difficoltà. Il loro si all’associazione di don Oreste Benzi è stato immediato, d’altra parte l’esperienza non manca, da quattro anni vivevano infatti in comunità.

"Eravamo una ’famiglia aperta’ e abitavamo nella foresteria del monastero di Pesaro – raccontano – Ci siamo occupati di affido, in particolare di due ragazzi e di una bimba di tre anni che la scorsa estate è tornata dai genitori. Per il resto siamo sempre stati educatori e animatori in Azione Cattolica. Abbiamo fatto questo percorso da fidanzati e in seguito a una testimonianza che abbiamo avuto occasione di ascoltare, ci siamo interrogati su cosa potevamo fare noi per i poveri che incontravamo tutti i giorni. Diventati marito e moglie abbiamo deciso di aprire la nostra famiglia. A Riccione proseguiamo il cammino già intrapreso". Complice il loro carattere solare, Casoli e Paparella sono stati subito accolti con calore dalla comunità parrocchiale di San Lorenzo. "Questo periodo per via della pandemia è complicato, ma pian piano ce la faremo – commentano – Il nostro intento è solo quello di rispondere ai bisogni del territorio, operare in una casa dove i bambini si possano sentire amati e, perché no, dare una mano anche alla parrocchia".

Nives Concolino