Con la commedia Tony e Ketty stasera al teatro Astra di Bellaria va in scena il liscio romagnolo. Sul palco (inizio alle 21) Andrea Lupo e Mara Di Maio del Teatro delle Temperie, che parleranno di quanto è cambiato il mondo delle balere che ha visto chiudere tanti locali.
Come nasce lo spettacolo?
"L’ho scritto alcuni anni fa. Una sera a Calcara nel Bolognese, uscendo dal teatro che è sede della nostra compagnia, dopo una festa dell’Unità ho incontrato Renato Tabarroni. Lui è un vero mattatore e pur non facendo il liscio è sempre stato chiamato per le feste da ballo. Mi raccontò che quand’era più giovane faceva oltre 300 concerti l’anno. Allora le orchestre di liscio e chi come lui faceva ballare erano richiestissimi a feste e sagre. osì Ora in pochi sanno fare i balli di coppia".
Così ha pensato di scrivere un testo da portare a teatro sul liscio?
"Sì. Affascinato dai racconti, ho guardato con altri occhi queste orchestre di liscio che si esibivano anche nel nostro teatro. Mi intenerivo nel vedere le persone che grazie a quelle orchestre si abbracciavano. Ne scaturivano emozioni uniche... In pista alla fine ci si sentiva tutti parte di una stessa comunità, veniva fuori quasi un sentimento di solidarietà. Questa roba ormai non c’è più, vive pochissimo in altre forme. Io da vecchio boomer non riesco a vedere dove c’è questo senso di solidarietà nel ballare insieme. Forse è nei rave party o nei concerti dei grandi gruppi pop, ma è molto diverso".
La fine di un’epoca...
"Nello spettacolo Tony racconta che fanno il tour celebrativo senza l’orchestra per un ascolto di qualità. In realtà è perché sono in decadenza, non hanno più gli ingaggi per pagarsi l’orchestra. Come accade nella realtà. Oggi vedo girare cantanti con la base musicale registrata, perché i cachet non sono più quelli di una volta".
Come si presenta la scena?
"Da una parte c’è il camerino dove Tony e Ketty parlano, prima e dopo i concerti. Dall’altra c’è il loro piccolo palco dove si esibiscono in questi spettacoli che ormai sono di una tristezza mitologica, perché c’è poca gente e anche loro sono un po’ vecchi. Loro tentano di far passare questo spirito zingaro sulle note di valzer, tango, polka. Le musiche originali sono del grande Guido Sodo, che le ha scritte per me".
Nives Concolino