Si riscrive la storia di Riccione. Sulla sommità della collina dove insiste il Castello degli Agolanti è in corso la campagna di scavi dopo i ritrovamenti di reperti riconducibili all’epoca romana nelle precedenti campagne. Attorno al Castello si era scavato tra gli anni Ottanta e i Novanta. L’ultima campagna risale a un anno fa. Lunedì scorso sono riprese le operazioni di scavo a cura degli studenti dell’Università di Bologna. Dalla terra stanno emergendo reperti che possono riscrivere la storia di Riccione. Nel corso del terzo giorno di scavi è stato ritrovato un puntale d’anfora orientale di Rodi e un frammento di anfora orientale di Argo datata al V-VII sec. d.C. E’ bastato un piccolo frammento di ceramica per allungare la frequentazione dell’area di un secolo rispetto a quanto si pensava. Gli studenti stanno annotando il lavoro fatto anche su diari giornalieri che riportano un resoconto delle operazioni di scavo, osservazioni, speculazioni e ipotesi. Erano emerse sorprese anche nel corso del secondo giorno di lavori. Dalla terra smossa dal mezzo meccanico è affiorato un piede di skyphos, un tipico vaso greco, a vernice nera datato al III sec. a.C..
CronacaAnfore orientali sepolte nel castello