Aperitivi e dj set al tramonto L’estate diversa delle discoteche

Molti imprenditori del settore puntano su varie formule per animare le serate all’aperto. Indino (Silb): "La prima cosa che chiediamo è una data certa per la riapertura dei locali da ballo"

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di Mario Gradara

Cocktail, dj set, brunch al tramonto, yoga all’alba. Le discoteche cambiano pelle, e - quelle che possono - in attesa di avere finalmente una data per riaprire al ballo, propongono modi alternativi di ascoltare la musica. Una tendenza già inaugurata la scorsa estate, che quest’anno si consolida. Anche se sono solo una parte della cinquantina di locali da ballo della provincia a poter offrire anche spazi all’aperto, con servizi di ristorazione, animazione e intrattenimento. Tra queste l’ex Mon Amour, convertito nel ristorante Frontemare dai fratelli Antonio e Maurizio De Luca, che hanno investito nei due stabilimenti balneari sui quali si affaccia il locale, proponendo agli ospiti cena e serate a tema. Il fenomeno è confermato dal boom dei chiringuito, aumentati di una decina, sino a sfiorare quota trenta, nella sola spiaggia di Rimini. "Ne abbiamo creato uno nuovo collegato all’inedita ’discoteca sull’acqua’, all’interno del parco acquatico Boabay" dice Mauro Vanni. "A inizio giugno apriremo La Spiaggia Bagno 44 a Riccione – spiega Tito Pinton, imprenditore della notte titolare di Musica, ex Prince –; chiederemo in futuro anche l’autorizzazione per il ballo, ma non ci faremo una discoteca sul mare questa estate. La discoteca l’abbiamo in collina, e vogliamo che sia quella a riaprire, dove i corposi investimenti fatti". Ad avere le autorizzazioni da discoteca è il Baky Bay sulla spiaggia di Igea Marina, che fino al ’ritorno in pista’ proporrà, come gli altri locali con spazi all’aperto, servizi di ristorazione, di intrattenimento e balneari.

"La prima cosa che chiediamo è una data per ripartire con il locali da ballo – attacca Gianni Indino, presdiente Silb –, ad esempio il 15 luglio. Se le condizioni pandemiche cambiano, sarà modificata. Invitiamo la Regione a un maggiore coraggio, e farsi portavoce con Cts e governo di questa proposta. Aal nostro settore servono certezze, dopo aver perso il 90% di fatturato in 15 mesi di chiusura, salvo 33-34 giorni l’estate scorsa. Ricordo che le disco portano in riviera centinaia di migliaia di giovani, e danno lavoro a 1.200 dipendenti più 3.000 collaboratori esterni". Riguardo all’idea di ’trasferire’ le discoteche sull’arenile, Indino taglia corto: "Io denuncerò uno ad uno tutti i gestori di locali che trasferiranno l’attività di discoteca in riva al mare. A meno che naturalmente non abbiamo la licenza da discoteca (il caso del Beky Bey a Igea Marina o del Samsara Beach al Marano, ndr). Se vuoi far ballare in spiaggia, prendi la licenza. Lo stesso vale per tutti i chiringuito che facessero attività di ballo in riva al mare: saranno denunciati da me come presidente del Sindacato italiano locali da ballo, sia penalmente che civilmente". "Detto questo – prosegue Indino – non ho nulla in contrario alla cosiddetta ’economia del tramonto’: un cocktail o un aperitivo verso sera, con i piedi nel mare, o sdraiati su un lettino in santa pace, al suono della musica d’ascolto, vanno benissimo. Ma a ballare si va nei locali autorizzati, che pagano le tasse e hanno misure di sicurezza per quel tipo di attività".