Ci sono 55 cani in cerca di una famiglia. E una struttura, la ’Casa selvatica’ di Sant’Agata Feltria che li ospitava fino a pochi giorni, che deve fare i conti con il fango che scende dalla collina dopo le ultime piogge. La struttura è un’abitazione civile presa in affitto da un’associazione, che l’ha trasformata in un rifugio per cani. Ma la casa sorge in una zona geologicamente complessa, già nel 2023 finita in difficoltà. Le piogge abbondanti delle ultime settimane hanno presentato il conto. Risultato: i 55 cani sono stati trasferiti temporaneamente in vari rifugi in tutta la regione.
"In questi anni non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte di chi accudiva i cani – fa notare il sindaco di Sant’Agata Feltria, Goffredo Polidori – E neppure in questo caso, nemmeno per il trasporto degli animali". D’altra parte, aggiunge Polidori, "noi non siamo attrezzati. E non siamo i soli...". Lo stesso problema si porrà con i 30 cani accuditi al canile di Fagnano che l’Unione Valmarecchia dovrà sistemare. Alla ’Casa Selvatica’ sono intervenuti un’unità di emergenza della Lav e dei volontari per assicurare un pronto intervento ai 55 cani accuditi da Dacia Manto (all’anagrafe Manzoli). La struttura opera da anni a Sant’Agata, non sempre in perfetta armonia coi vicini di casa. Che più volte avevano criticato la scelta di tenere gli animali liberi. Liberi "anche di uscire dalla proprietà e circolare su strade, aree private e dentro le attività", avevano riferito alcuni. "Falsità", le aveva bollate la Manto. Le segnalazioni c’erano state: erano arrivate sia al Comune di Sant’Agata sia a quello di Pennabilli. Ora c’è la necessità di trovare una sistemazione ai 55 cani trasferiti dalla ’Casa selvatica’. Beatrice Rezzaghi della Lav continua a fare appelli: "Contattate le volontarie del rifugio al n. 351.5478144". "Appello – assicura il sindaco – che ci impegneremo a diffondere per cercare di risolvere al meglio la situazione".
m.c.