Arcangeli si è dimesso, Pd in cerca del segretario

La motivazione: "Si è aperta la fase congressuale, giusto fare un passo indietro". Il futuro: "Io in Geat? Decide il sindaco"

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Alberto Arcangeli si è dimesso da segretario del Partito democratico. "Ho presentato formalmente le dimissioni nell’assemblea degli iscritti lunedì scorso. Ho ritenuto fosse il momento di lasciare spazio alla fase congressuale che si concluderà in marzo". Cinque mesi senza un segretario sono un lasso di tempo che il Pd non può permettersi in avvio di legislatura. Per questo si fa largo l’ipotesi di un gruppo ristretto che terrà le fila politiche del partito in questa fase, prima di cercare la condizioni per condividere una nuova figura per la segreteria. "Mi sono candidato cinque anni fa (eletto il 17 ottobre del 2017, ndr) per riportare il partito al governo della città". Fin dall’inizio il compito che si diede Arcangeli fu quello di un campo largo che andava dalla sinistra ai Cinquestelle, per creare una coalizione ampia. "È stato difficile far capire che al partito serviva un rinnovamento della classe dirigente. Ho perseguito questo obiettivo con nuovi inserimenti in segreteria. E oggi vediamo un consiglio comunale fatto da tanti nuovi consiglieri del Partito democratico, tutti alla prima esperienza. Ho cercato di dare al partito la possibilità di aprirsi a una nuova fase, cosa che si è poi tradotta nella coalizione che ci ha riportati al governo in giugno, puntando sulla trasversalità. Lascio un partito compatto, lontano dalla conflittualità in cui l’ho trovato. Sono sempre stato il segretario di tutti". Le dimissioni presentate in questo momento liberano Arcangeli dal peso della carica nel momento in cui l’amministrazione comunale affronterà, a breve, il rinnovo delle cariche in Geat. "Le mie dimissioni non sono legate ad altri fattori. Per il futuro resto a disposizione del partito. Comunque sia sarà il sindaco a decidere su Geat".

Il partito dovrà scegliere tra un congresso ‘semplice’ dove la priorità sarà restare uniti così da proporsi con una leadership politica forte all’interno della coalizione, o il farsi contaminare dai movimenti a livello nazionale in vista del congresso, lacerandosi in correnti. Ad oggi nel Pd la parola d’ordine è non farsi del male con le vecchie faide.

Inoltre resta difficile pensare che il Partito scelga per il futuro un segretario giovane. Molto più probabile si vada su una figura d’esperienza per delineare un ruolo politico importante in città. Facile dunque pensare a Sabrina Vescovi che aveva fatto un passo di lato non candidandosi alle ultime elezioni. Ma mai sottovalutare Riziero Santi che a Riccione ha sempre mantenuto un piede ed ora è molto più libero avendo lasciato la presidenza della Provincia. Outsider è Enea Torcolacci, consigliere comunale, ma con una lunga militanza nel partito.

Andrea Oliva