"Non sono uno spacciatore". Questo il concetto ribadito con forza da Matteo Casali, 45 anni, "avvocato stabilito" iscritto all’Ordine di Rimini, fermato dagli agenti della squadra mobile dentro una nota discoteca di Riccione e accusato ora di detenzione di droga ai fini di spaccio e di violazione della disciplina della tutela sanitaria dell’attività sportiva e della lotta contro il doping. Nel corso dell’interrogatorio di convalida svoltosi ieri mattina alla presenza dei suoi legali, gli avvocati Marco Ditroia e Valentina Broccoli, il professionista riminese ha ripercorso la vicenda umana che lo ha portato a diventare consumatore di stupefacenti ma ha negato in maniera categorica collegamenti con attività di spaccio e vendita. Anzitutto, durante la sua permanenza in discoteca non sono state documentate né sono mai avvenute cessioni: quando è stato fermato dai poliziotti, Casali aveva con sé un marsupio a tracolla con all’interno – ha spiegato – una sola dose per uso personale.
Ha dunque negato di essere mai entrato nel locale con l’intento preciso di spacciare, né di averlo mai fatto in passato: il suo atteggiamento sarebbe stato dunque frainteso dagli agenti in borghese che lo hanno fermato. Quanto ai quantitativi rinvenuti durante la perquisizione nel suo appartamento (3 kg di marijuana, un chilo di hashish, 74 pastiglie di ecstasy, 100 grammi di cocaina, 5 grammi di ketamina), Casali ha affermato anzitutto che le sostanze sarebbero di qualità infima e scadente, tanto che potrebbero addirittura non contenere il principio attivo che le rendono illegali: insomma, "robaccia", per dirla in parole povere, e non certo droga pronta per essere venduta. Per questo motivo, i suoi difensori chiederanno – in accordo con la Procura – l’incidente probatorio, ovvero un test di laboratorio approfondito per verificare l’effetiva natura e purezza del materiale sequestrato, con eventuale riconoscimento dell’attenuante legata alla lieve tenuità del fatto. L’avvocato ha chiarito di essere diventato consumatore abituale di stupefacenti dopo aver dovuto affrontare seri problemi e che quindi le sostanze custodite in casa sarebbero esclusivamente per il suo uso personale. Ha poi aggiunto di essere pronto a intraprendere un percorso di riabilitazione attraverso i canali del Sert e a sottoporsi all’esame del sangue per dimostrare l’uso delle sostanze. Discorso analogo per quanto riguarda le fiale e le compresse di anabolizzanti e sostanze dopanti, anch’esse oggetto di sequestro da parte degli agenti della squadra mobile di Rimini, guidata dal commissario capo Marco Masia: anche quelle, ha sostenuto Casali, sono esclusivamente per uso personale e a scopo curativo, per un problema di salute documentato in udienza. Quanto al denaro contante (22mila euro), esso – ha detto il 45enne, che è incensurato e non ha mai avuto guai con la giustizia – è in parte frutto della sua attività lavorativa. Al termine dell’interrogatorio, il gip ha convalidato il fermo e disposto la misura degli arresti domiciliari.
Nella casa di Casali erano state sequestrate in via cautelativa anche una una pistola beretta calibro 9x21 ed un fucile a pompa calibro 12 magnum, regolarmente detenuti dal professionista che è titolare di licenza di porto d’armi per uso sportivo.