Arriverà dai campi l’energia per scaldare 4.500 abitazioni

I soci della Biomax: "Il gas, oltre due milioni di metri cubi l’anno, sarà immesso nella rete pubbica"

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Dai campi arriverà l’energia per alimentare gli impianti di riscaldamento di 4.500 famiglie. Non è una sfida, bensì una certezza quella dei soci della Biomax srl, in via della Badia a Coriano. L’impianto a biomassa esiste da una decina di anni. Fin da principio i soci, appartenenti a due gruppi imprenditoriali, i Balacchi e i Saltarelli-Migiani, hanno deciso di puntare sull’energia prodotta da scarti delle colture. Da quel momento è iniziata la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile pari a 8.600 Mwh, immessa nelle rete pubblica di distribuzione. Corrente in grado di alimentare 3.500 abitazioni.

"Un’idea imprenditoriale nata dalla passione e dedizione di famiglie di contadini da oltre due generazioni, in sinergia con importanti realtà del nostro stesso settore". Negli ultimi anni sono cambiate le normative, e soprattutto, negli ultimi mesi è cresciuta la richiesta e allo stesso tempo la preoccupazione per l’approvvigionamento di gas metano per alimentare gli impianti di riscaldamento di case e aziende. "La società Biomax – spiega Fabrizio Balacchi – dopo 10 anni di esercizio dell’impianto convertirà la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in impianto di produzione di biometano. Andremo a installare un impianto di purificazione del biogas prodotto, finalizzato alla rimozione della CO2 e delle impurità". Il resto dell’impianto rimarrà tale. "La conversione potrebbe portare alla produzione di biometano da immettere nella rete di distribuzione locale in quantità pari a circa 2 milioni e 250mila metri cubi l’anno, in grado di soddisfare il consumo annuo di circa 4.500 nuclei famigliari". La conversione porterebbe un maggior coefficiente di recupero energetico. Infatti producendo energia elettrica ad oggi "il recupero del potere calorifico è pari a circa 50% dell’energia immessa nella produzione di energia elettrica. Il biometano porterebbe ad un recupero di energia da biomasse agricole di scarto pari ad almeno al 90% dell’energia in ingresso".

Andrea Oliva