
Una coppia di malviventi ha distrutto l’ingresso della storica attività di via Garibaldi per poi rubare i preziosi esposti e fuggire a piedi dopo aver manomesso le telecamere.
di Maddalena De FranchisAll’indomani dell’iscrizione della loro oreficeria nel prestigioso albo delle Botteghe storiche di Rimini, lo scorso autunno, avevano dichiarato: "Non sono tempi facili per il commercio di vicinato, ma momenti come questo ci danno la forza per continuare a impegnarci con passione, cercando di valorizzare il nostro magnifico centro storico". E gli stessi autori di quelle parole, il gioielliere Roberto Benvenuti, 77 anni, e la figlia Elisa, gemmologa, sono stati tra i primi ad accorrere, poco dopo le 4 della notte tra lunedì e ieri, al civico 12 di via Garibaldi, dove ha sede l’oreficeria che porta il loro cognome e dove una coppia di malviventi ha sfondato la vetrina dell’attività per poi depredarne l’interno.
Del bel negozio di preziosi, caro a tre generazioni di riminesi, si è salvata a stento l’insegna: il resto – dall’ingresso alle vetrine, fino al mobilio – è andato totalmente distrutto nella spaccata orchestrata in piena notte da una banda di malviventi che si sono presentati con volto coperto da collare e cappellino, utilizzando un’auto rubata come ariete per aprirsi la strada verso i gioielli. La dinamica dei fatti comunque è al vaglio degli inquirenti, ma i primi esiti dell’indagine – affidata ai carabinieri della compagnia di Rimini – hanno chiarito che i ladri sarebbero stati due, a bordo di una Lancia Ypsilon nera rubata appunto poco prima del colpo. I due si sono lanciati a forte velocità contro la saracinesca della gioielleria, sfondando le vetrine e arraffando i gioielli esposti per poi darsi alla fuga a piedi per le vie limitrofe e lasciandosi alle spalle l’auto utilizzata per il colpo.
L’allarme, scattato immediatamente, e le chiamate al 112 di alcuni residenti, svegliati dal frastuono, hanno permesso l’intervento rapido delle forze dell’ordine e solo questo ha impedito alla coppia di ladri di mettere le mani anche sulla cassaforte. Un dettaglio, però, lascia intendere che non sarebbe un colpo improvvisato: prima di entrare in azione, infatti, i malviventi hanno provveduto a disinnescare la sorveglianza, puntando altrove la telecamera installata sopra la vetrina. Ciò lascia presupporre che i due conoscessero bene il negozio, probabilmente grazie a precedenti sopralluoghi. E se il bottino, ancora in fase di quantificazione, sarebbe di valore pressoché modesto, non si può dire lo stesso dei danni all’attività: lo ha confermato al Carlino la stessa titolare, Elisa Benvenuti, che ieri mattina si è detta "sconcertata e senza parole" per quanto accaduto.
"Dopo episodi del genere – ha ribadito – c’è ben poco da dire: resta solo tanta amarezza, perché questo sono diventati, oggi, la nostra città e il nostro centro storico". Del resto, non è la prima volta che la gioielleria di via Garibaldi finisce nel mirino della criminalità: nel novembre 2020, in pieno giorno, il padre Roberto era stato minacciato da un rapinatore con un piede di porco, a cui lui aveva risposto sparando due colpi con una pistola regolarmente detenuta, caricata con proiettili non letali (cosiddetti ‘pallini’). Il malvivente era riuscito comunque a impossessarsi di alcuni gioielli e si era dileguato a piedi, infilandosi nella piazzetta San Bernardino sotto gli occhi dei tanti passanti che assistevano, attoniti, alla scena. Ieri mattina Roberto Benvenuti era con la figlia, davanti alla vetrina sfondata. "Non molliamo – ha assicurato – riapriremo appena possibile".