Rimini, assolto dopo otto anni. "Un calvario per una omonimia"

Manager accusato di aver aggredito due persone in Kenya. "Non ci sono mai stato, sarebbe bastato chiedermelo"

Graziano Frigieri, assolto dopo 8 anni di calvario

Graziano Frigieri, assolto dopo 8 anni di calvario

Rimini, 31 ottobre 2020 - Signor Graziano Frigieri, lei è nato a Modena, ma da tempo risiede in provincia di Rimini. Eppure proprio il suo nome e cognome e la città di nascita le hanno provocato parecchi guai con un incubo giudiziario durato otto anni. "Un lunghissimo incubo che è finito ieri dopo anni terribili. Mi hanno assolto perché non ho commesso il fatto. C’è stato un errore di persona bello e buono".

Ma di cosa era accusato? "Ero accusato di aver minacciato di morte con un bastone Masai due persone in un resort di lusso in Kenya nell’agosto del 2012. Ma io non sono mai stato in Africa e tanto meno in Kenya o a Malindi. C’è stato uno scambio di persona, ma ci sono voluti otto anni perché io ne uscissi pulito".

Scusi, ma quando ha scoperto di essere indagato? "Otto anni fa un giorno vengo convocato in caserma. Io sono un tipo molto ansioso, pago le bollette in anticipo, per me già prendere una multa è una sorta di tragedia, insomma, sto molto attento a comportarmi sempre bene. Vado in caserma e mi identificano, senza specificare di cosa si tratta".

Quindi non le viene detto che lei è indagato per fatti avvenuti in Africa? "Assolutamente no. Tramite vie traverse riesco a sapere che sono indagato per minaccia a mano armata in Kenya. Chiamo subito il mio amico, l’avvocato Cristian Brighi e gli dico che io non sono mai stato in Africa e ho il passaporto che lo testimonia".

Lei, quindi, sarà stato sentito dagli inquirenti? "Non mi ha mai chiamato nessuno, in tutti questi anni nessuno si è mai degnato di ascoltarmi. Niente di niente".

Ma come sono arrivati a lei? "Penso per un caso di omonimia, devono aver fatto delle indagini sommarie, guardando su Facebook e hanno cercato un Graziano Frigieri nato a Modena. C’ero io e hanno risolto così i loro problemi. In realtà c’era anche un altro modenese, stesso nome e cognome che sul suo profilo Facebook mostra le sue foto in Kenya. Lui sì che è stato a Malindi, lo dicono le sue stesse immagini".

Possibile che in tutto questo tempo non sia mia stato messo a confronto con i suoi accusatori? "Assolutamente mai"

E in questi anni che cosa è accaduto nella sua vita? "Dallo choc e dal dolore che ho provato, mi è venuto un ictus. Sono invalido al cento per cento, un dramma nel dramma".

Tornando alla vicenda giudiziaria, lei aveva ricevuto un decreto penale di condanna da quasi 4mila euro per questa accusa. "Sì e, tramite l’avvocato Brighi, ci siamo opposti. Io volevo uscire pulito da questa vicenda, non sono mai stato in Africa, né ho mai minacciato nessuno. Cosìabbiamo fatto opposizione".

E ieri avete vinto, lei è stato assolto ’per non aver commesso il fatto’. Felice? "Certo, ma questa sentenza non cancella il dolore che ho provato e i danni morali e fisici che ho subito. Io mi sono ritrovato a lottare per otto anni per difendere il mio nome, da innocente. È una cosa pazzesca, si finisce in un ingranaggio inaudito. E nessuno che paga per gli errori commessi. Ma quegli investigatori che hanno agito con tanta leggerezza senza appurare se io fossi stato mai in Africa, a loro non accade nulla. Io, quando lavoravo come manager, se sbagliavo, venivo punito. In questo caso non succede niente. Per non parlare poi delle spese legali che uno deve sostenere per difendersi".

Pensa di chiedere i danni? "Lo valuterò insieme con il mio legale. Adesso mi godo questo momento di felicità dopo tanto dolore".