
Una condanna e un’assoluzione. È stato condannato per atti indecenti a 20 giorni (è una contravvenzione, di fatto una multa) ed è stato assolto dalle accuse di violenza privata, l’ex capo di Stato di San Marino Giacomo Simoncini, accusato da una ex dipendente di Palazzo Pubblico di attenzioni sessuali. La sentenza è stata emessa ieri, nel tardo pomeriggio, dal Tribunale unico di San Marino. La vicenda risale ai primi giorni di marzo del 2022, quando Simoncini, poco meno che trentenne, era Capitano Reggente. Quel giorno si sarebbe abbassato i pantaloni davanti all’impiegata tra le mura di Palazzo Pubblico. Secondo quanto ricostruito, la donna sarebbe stata convocata nell’ufficio di Simoncini dove avrebbe trovato il capo di Stato intento ad armeggiare con la cerniera rotta dei pantaloni. Avrebbe insistito che fosse la dipendente ad occuparsene, per poi denudarsi completamente. La dipendente avrebbe raccontato subito l’accaduto a un addetto alla Reggenza e la vicenda sarebbe stata quindi riferita al governo. La donna si è poi rivolta ad un legale e ha presentato denuncia all’indomani del primo aprile, proprio per evitare imbarazzi alla più alta carica istituzionali della Repubblica di San Marino.
Uno scandalo senza precedenti per il Titano nel quale viene colpita l’istituzione più cara ai sammarinesi. Nel giorno in cui a San Marino si insediarono i nuovi Capitani Reggenti, Simoncini, ormai ex capo di Stato, si difese pubblicamente dalle accuse. "Oggi, da libero cittadino, posso affermare – disse – con fermezza di non aver fatto nulla di male, e di essere pronto a tutelare in ogni sede la mia onorabilità e la mia reputazione di politico, di consigliere e, soprattutto, di uomo". Intanto, Unione donne sammarinesi deposita la richiesta di Sindacato all’ex Reggente chiedendo al Collegio Garante di verificare i fatti. Ieri l’assoluzione dalle accuse di violenza privata perché il fatto non sussiste e la condanna per atti indecenti.
La condanna prevede il pagamento delle spese processuali e il risarcimento del danno in favore della vittima, da quantificare in sede civile. Nessun risarcimento invece per le parti civili, Eccellentissima Camera e Authority pari opportunità. I difensori di Simoncini hanno annunciato che ricorreranno in appello.