REDAZIONE RIMINI

Auto della polizia ferroviaria incendiate, 15 anarchici nel mirino: “Attacchiamo la Polfer col fuoco”

La Digos ha dato esecuzione a perquisizioni a carico di esponenti del movimento anarchico, accusati di aver partecipato a vario titolo al rogo doloso del 20 aprile scorso nei confronti di due vetture della Polizia Ferroviaria alla stazione di Rimini

Auto della polizia ferroviaria incendiate, 15 anarchici nel mirino: “Attacchiamo la Polfer col fuoco”

Bologna, 28 giugno 2025 – Ci sono gli anarchici nel mirino degli agenti della Digos che, dopo una raffica di perquisizioni, hanno indagato quindici persone a piede libero con l’accusa di danneggiamenti aggravati, incendio e terrorismo. 

L’indagine riguarda l’incendio doloso perpetrato il 20 aprile scorso nei confronti di due auto della Polizia Ferroviaria di Rimini, posteggiate nel piazzale interno dello scalo nord della stazione ferroviaria riminese.

Agguato incendiario  In fiamme le auto  della polizia di Stato  L’ombra degli anarchici
Agguato incendiario: In fiamme le auto della polizia di Stato, l’ombra degli anarchici

A seguito delle attività di perquisizione sono stati sequestrati dispositivi telefonici ed informatici, nonché alcuni capi di abbigliamento, che sono ora al vaglio degli inquirenti.

Gli agenti che hanno eseguito le perquisizioni fanno parte della Digos di Bologna, Forlì- Cesena, Rimini, Milano, Torino e Lucca, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (DCPP).

L’atto terroristico era stato successivamente rivendicato su alcuni siti d’area con le seguenti parole “Si è scelto di attaccare con il fuoco la polizia ferroviaria, misera appendice della polizia di stato, addetta all’infame compito della salvaguardia della sicurezza in ambito ferroviario. Il loro ruolo di guardiani dei cosiddetti confini di stato ha rappresentato un motivo in più per fargli visita proprio sotto casa loro. Infatti il costante monitoraggio che la Polfer agisce su ‘presunte’ persone senza documenti rappresenta un serio ostacolo per chi vuole muoversi liberamente”.

Nella stessa rivendicazione erano poi riportate frasi in solidarietà agli anarchici cileni “Monica e Francisco”, oltre che ai noti esponenti anarchici italiani “Anna, Juan, Aldo, Lucas, Ivan, Zac”, accompagnate da “un pensiero solidale a Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, da 17 anni sottoposti al regime di 41 bis”.

L’attività di indagine si è sviluppata attraverso l’analisi di un’enorme mole di immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza presenti in zona, puntualmente analizzate dalle Digos di Bologna e Rimini, e da accertamenti effettuati anche per il tramite del Servizio Polizia Scientifica.

Gli indizi accumulati hanno portato alle recenti perquisizioni, delegate dalla Procura della Repubblica distrettuale di Bologna che ha diretto le indagini fin dalle primissime fasi.